Si pagheranno con lo sconto anche le multe
Padoan: nessun condono. Bonus per le ristrutturazioni al 50%, aiuti per 700 milioni alle famiglie
Un miliardo e 800 milioni d’incasso con l’allungamento delle concessioni sulle frequenze per la telefonia, 2 miliardi di gettito dalla nuova edizione della «voluntary disclosure», altri 2,5 dalla stretta sull’Iva, con «l’obbligo» di comunicazione telematica al Fisco dei dati e delle fatture, 1,7 miliardi di risparmi per la riforma dell’Ace a favore delle imprese e l’eliminazione della Super-Ace per le società quotate, un taglio ai ministeri di 2,8 miliardi e uno di 200 milioni alla sanità. Poi una spesa di 1,9 miliardi per la flessibilità previdenziale, di un miliardo per il pubblico impiego (con un aumento di 183 euro al mese per i poliziotti) e di 700 milioni per le famiglie.
In attesa della presentazione alle Camere prevista per domani, nuovi dettagli sulla manovra di Bilancio per il 2017 emergono dal Documento programmatico consegnato dal governo ieri notte a Bruxelles. A fare il punto su tutte le «misure discrezionali» della manovra, che ieri ha ottenuto anche il via libera dell’Ufficio parlamentare di Bilancio sui grandi numeri, sono tre paginette, curiosamente scritte in italiano anche nella versione in inglese del Documento. Il nodo dell’autonomia dei Comuni. Per le future mamme arrivano 800 euro
Ai neonati 800 euro
Oltre alla sterilizzazione degli aumenti dell’Iva e delle accise, che vale 15,1 miliardi di euro, si spenderanno 700 milioni per l’emergenza terremoto, 600 per la messa in sicurezza delle infrastrutture pubbliche danneggiate. La spesa per gli investimenti pubblici vale 1,4 miliardi, suddivisa a metà tra enti locali e Stato centrale. I 700 milioni per la famiglia includono, oltre alla conferma del bonus bebè, un contributo di 800 euro per le future mamme già durante la gravidanza.
Per la scuola, anche con i nuovi criteri di esenzione dalle tasse universitarie e il nuovo bonus ai diciottenni lo stanziamento sarà di 800 milioni. Sono fuori bilancio, almeno nelle speranze dell’esecutivo, i 3,8 miliardi di spesa per far fronte all’immigrazione.
La misure per la competitività peseranno sul deficit per 500 milioni di euro: tra queste il potenziamento della detassazione dei premi di produttività, l’esenzione dall’assicurazione contro i rischi e gli incentivi alle nuove imprese («startup» innovative). L’aliquota contributiva per i lavoratori autonomi scende dal 33 al 25% e viene introdotta l’Iva di gruppo. Per le imprese c’è la riduzione Ires al 24% (già finanziata), che diventa anche la «flat tax» per le imprese individuali. Il bonus per le ristrutturazioni sale al 50% (anche per la messa in sicurezza sismica, esteso alle zone a rischio 3) quello per la riqualificazione energetica degli edifici al 65% (al 70% per i condomini) e si prevede il credito d’imposta anche per alberghi e agriturismo.
Multe rottamate
Tra le coperture figurano 3,1 miliardi dal recupero dell’evasione, anche con la rottamazione delle cartelle esattoriali di Equitalia, che quasi certamente riguarderà anche l’Iva, le multe e i tributi locali. È emerso il timore che si potesse invadere l’autonomia impositiva degli enti locali, come ha detto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e sono in corso verifiche. Ma non essendoci sconti sugli importi dovuti, alla fine, non ci sarebbero buchi nei bilanci di Comuni, Province e Regioni.
I 3,1 miliardi comprendono anche l’acquisizione a titolo strutturale dei maggiori incassi Iva registrati nel 2015 e quest’anno. Dall’autodenuncia dei capitali all’estero (e quasi sicuramente del contante, valori al portatore e altri valori) sono attesi 2 miliardi. Altri 2,5 vengono dalla lotta all’evasione, anche in questo caso centrata sull’Iva (depositi doganali dei petroli e non solo) e dall’introduzione di «obblighi» di comunicazione telematica delle fatture. Prevista anche l’estensione al 2029 delle concessioni per le frequenze telefoniche che scadono nel 2018, con il passaggio alla tecnologia «5G» ed un pagamento anticipato forfettario di 1,8 miliardi.
Nessun condono
Padoan intanto difende la manovra. «Non dà contentini agli elettori, ma taglia le tasse in modo permanente» ha detto il ministro a La7, aggiungendo che «non ci sono condoni né sanatorie per gli evasori». Quanto alla Ue, il ministro si è detto tranquillo: «siamo in regola». Soddisfatti anche Angelino Alfano di Ap, «è una manovra interclassista, né di destra, né di sinistra».
Il decreto