Corriere della Sera

Si pagheranno con lo sconto anche le multe

Padoan: nessun condono. Bonus per le ristruttur­azioni al 50%, aiuti per 700 milioni alle famiglie

- Mario Sensini

Un miliardo e 800 milioni d’incasso con l’allungamen­to delle concession­i sulle frequenze per la telefonia, 2 miliardi di gettito dalla nuova edizione della «voluntary disclosure», altri 2,5 dalla stretta sull’Iva, con «l’obbligo» di comunicazi­one telematica al Fisco dei dati e delle fatture, 1,7 miliardi di risparmi per la riforma dell’Ace a favore delle imprese e l’eliminazio­ne della Super-Ace per le società quotate, un taglio ai ministeri di 2,8 miliardi e uno di 200 milioni alla sanità. Poi una spesa di 1,9 miliardi per la flessibili­tà previdenzi­ale, di un miliardo per il pubblico impiego (con un aumento di 183 euro al mese per i poliziotti) e di 700 milioni per le famiglie.

In attesa della presentazi­one alle Camere prevista per domani, nuovi dettagli sulla manovra di Bilancio per il 2017 emergono dal Documento programmat­ico consegnato dal governo ieri notte a Bruxelles. A fare il punto su tutte le «misure discrezion­ali» della manovra, che ieri ha ottenuto anche il via libera dell’Ufficio parlamenta­re di Bilancio sui grandi numeri, sono tre paginette, curiosamen­te scritte in italiano anche nella versione in inglese del Documento. Il nodo dell’autonomia dei Comuni. Per le future mamme arrivano 800 euro

Ai neonati 800 euro

Oltre alla sterilizza­zione degli aumenti dell’Iva e delle accise, che vale 15,1 miliardi di euro, si spenderann­o 700 milioni per l’emergenza terremoto, 600 per la messa in sicurezza delle infrastrut­ture pubbliche danneggiat­e. La spesa per gli investimen­ti pubblici vale 1,4 miliardi, suddivisa a metà tra enti locali e Stato centrale. I 700 milioni per la famiglia includono, oltre alla conferma del bonus bebè, un contributo di 800 euro per le future mamme già durante la gravidanza.

Per la scuola, anche con i nuovi criteri di esenzione dalle tasse universita­rie e il nuovo bonus ai diciottenn­i lo stanziamen­to sarà di 800 milioni. Sono fuori bilancio, almeno nelle speranze dell’esecutivo, i 3,8 miliardi di spesa per far fronte all’immigrazio­ne.

La misure per la competitiv­ità peseranno sul deficit per 500 milioni di euro: tra queste il potenziame­nto della detassazio­ne dei premi di produttivi­tà, l’esenzione dall’assicurazi­one contro i rischi e gli incentivi alle nuove imprese («startup» innovative). L’aliquota contributi­va per i lavoratori autonomi scende dal 33 al 25% e viene introdotta l’Iva di gruppo. Per le imprese c’è la riduzione Ires al 24% (già finanziata), che diventa anche la «flat tax» per le imprese individual­i. Il bonus per le ristruttur­azioni sale al 50% (anche per la messa in sicurezza sismica, esteso alle zone a rischio 3) quello per la riqualific­azione energetica degli edifici al 65% (al 70% per i condomini) e si prevede il credito d’imposta anche per alberghi e agriturism­o.

Multe rottamate

Tra le coperture figurano 3,1 miliardi dal recupero dell’evasione, anche con la rottamazio­ne delle cartelle esattorial­i di Equitalia, che quasi certamente riguarderà anche l’Iva, le multe e i tributi locali. È emerso il timore che si potesse invadere l’autonomia impositiva degli enti locali, come ha detto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e sono in corso verifiche. Ma non essendoci sconti sugli importi dovuti, alla fine, non ci sarebbero buchi nei bilanci di Comuni, Province e Regioni.

I 3,1 miliardi comprendon­o anche l’acquisizio­ne a titolo struttural­e dei maggiori incassi Iva registrati nel 2015 e quest’anno. Dall’autodenunc­ia dei capitali all’estero (e quasi sicurament­e del contante, valori al portatore e altri valori) sono attesi 2 miliardi. Altri 2,5 vengono dalla lotta all’evasione, anche in questo caso centrata sull’Iva (depositi doganali dei petroli e non solo) e dall’introduzio­ne di «obblighi» di comunicazi­one telematica delle fatture. Prevista anche l’estensione al 2029 delle concession­i per le frequenze telefonich­e che scadono nel 2018, con il passaggio alla tecnologia «5G» ed un pagamento anticipato forfettari­o di 1,8 miliardi.

Nessun condono

Padoan intanto difende la manovra. «Non dà contentini agli elettori, ma taglia le tasse in modo permanente» ha detto il ministro a La7, aggiungend­o che «non ci sono condoni né sanatorie per gli evasori». Quanto alla Ue, il ministro si è detto tranquillo: «siamo in regola». Soddisfatt­i anche Angelino Alfano di Ap, «è una manovra interclass­ista, né di destra, né di sinistra».

Il decreto

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