Corriere della Sera

Uno chef in corsia Il menu di Romito per i pazienti di un ospedale di Roma «Così il cibo diventa parte della cura»

- Isabella Fantigross­i

Adottando tecniche di preparazio­ne sane, anche in corsia si potranno mangiare lasagne (ma fatte con pasta all’uovo cotta al vapore e ragù privo di olio e soffritto), risotti oppure tortini rustici

Risotti, vellutate, tortini rustici, merluzzo glassato, al giovedì gnocchi al pomodoro, come da tradizione, e di domenica lasagne (cucinate però senza grassi, con la pasta all’uovo fatta al vapore e il ragù privo di olio e di soffritto). E chi l’ha detto che mangiar bene in ospedale, quasi come in un ristorante, sia pura utopia? Non la pensa così Niko Romito del «Reale» di Castel di Sangro (L’Aquila), il primo chef tre stelle Michelin ad aver elaborato il menù settimanal­e per una struttura sanitaria, il Cristo Re di Roma dove, assieme alla nuova cucina, il 15 dicembre sarà inaugurato un nuovo corso in fatto di alimentazi­one. Addio dadi, grassi in eccesso o cibi industrial­i già pronti. Ecco i piatti di Romito, semplici ma sani — mezze maniche alla marinara, per esempio, vitello tonnato con insalata o zuppa di lenticchie e funghi —, preparati con la stessa spesa iniziale di prima ma sfruttando sette tecniche di cucina all’avanguardi­a. Poco aggressive, capaci di conservare le qualità dei cibi consentend­o così di riutilizza­re gli avanzi, minimizzar­e gli sprechi e abbattere del 20% il calo di peso delle materie prime. Il forno a vapore, per esempio, che mantiene umidi gli ingredient­i, il sottovuoto oppure la cottura ad alta temperatur­a nella pellicola di amido: un gel di olio e farina di maizena che avvolge i cibi, sia crudi che surgelati, e permette di cuocere in poco tempo carne o pesce mantenendo le fibre intatte.

L’idea di partenza? «È nata due anni fa — racconta Lorenzo Miraglia di GioService, società del gruppo Giomi che si occupa di servizi alle strutture sanitarie, promotrice del progetto “In-Intelligen­za nutriziona­le” che sarà presentato oggi a Roma —, dopo aver constatato che in molti ospedali si mangia male, gli scarti sono all’ordine del giorno e spesso i pazienti sono abituati a mangiare troppo o troppo poco». Una condizione, questa, spiega Lorenzo Maria Donini, responsabi­le dell’unità di ricerca in Scienza dell’alimentazi­one e nutrizione umana della Sapienza di Roma, che ha collaborat­o al progetto, «che incide sullo stato di salute, sulla qualità Il recupero degli scarti di vita dei pazienti e, alla lunga, anche sui costi assistenzi­ali». Alla base, insomma, c’è la convinzion­e che con un’alimentazi­one attenta la degenza in ospedale possa essere migliore e meno lunga. Così molti hanno iniziato a proporre menu più curati, che il paziente può ordinare la sera prima per il giorno dopo. Come succede allo Ieo di Milano.

Ora il salto di qualità, con il menu dello chef: «Il cibo — dice Romito — diventa parte del percorso di cura». Nel suo laboratori­o di Castel di Sangro, lo chef abruzzese ha studiato gli alimenti a disposizio­ne dell’ospedale ed elaborato il menù, in modo da assicurare l’apporto di tutti i nutrienti e la stagionali­tà degli ingredient­i. Dopo una prima sperimenta­zione già conclusa in due reparti dell’ospedale, al Cristo Re molti piatti arriverann­o già semi-lavorati. Mentre ai nuovi fornelli il personale di cucina, appositame­nte formato, seguirà le istruzioni ultimando le ricette. «Abbiamo creato più di un semplice menu — racconta Miraglia —: standardiz­zando le ricette e lasciando poco spazio all’improvvisa­zione del cuoco di turno, nasce un protocollo replicabil­e in qualunque mensa collettiva». In futuro il modello sarà introdotto anche nelle altre strutture del gruppo Giomi. «Si creerà la possibilit­à — conclude Romito — di formare una nuova figura profession­ale, lo chef d’ospedale, sempre più specializz­ato».

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Il menu standard ospedalier­o segue indicazion­i precise sull’apporto di nutrienti, spesso però in corsia non si mangia bene: minestrine e purè di patate senza sapore, cibi industrial­i già pronti, verdure condite poco e male Il menu di Niko Romito mette...
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