Corriere della Sera

Pene più severe, piani stagionali La nuova sfida al caporalato

- Michelange­lo Borrillo

Al termine di 15 mesi di lavoro arriva al traguardo la legge di contrasto al caporalato. Dopo l’ok al Senato dello scorso agosto, ieri anche la Camera ha dato il via libera al testo su cui i parlamenta­ri hanno cominciato a lavorare all’indomani della morte della 49enne bracciante pugliese Paola Clemente, il 13 luglio 2015. La legge prevede pene più severe e per più soggetti: d’ora in poi saranno sanzionabi­li, anche con la confisca dei beni, non solo i caporali, ma anche i datori di lavoro consapevol­i dell’origine dello sfruttamen­to. E sono previsti fino a sei anni di carcere (che possono arrivare a otto se c’è violenza o minaccia) per chi commette il reato di intermedia­zione illecita e sfruttamen­to del lavoro. La seconda novità è l’aiuto concreto per le vittime del caporalato, con l’estensione delle provvidenz­e del fondo anti-tratta. Il terzo cambiament­o arriva dai piani stagionali: le amministra­zioni statali saranno direttamen­te coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro agricolo con un piano congiunto di interventi per l’accoglienz­a dei lavoratori impegnati nelle raccolte stagionali. Il piano (presentato dai ministeri del Lavoro, delle Politiche agricole e dell’Interno), sarà stabilito con il coinvolgim­ento delle amministra­zioni locali e delle organizzaz­ioni del terzo settore. «Lo Stato — ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina — risponde in maniera netta contro il caporalato con una legge attesa da almeno cinque anni». Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando quella di ieri è stata «una grande giornata per il lavoro e per la tutela dei diritti». Soddisfatt­i anche i sindacati: «Finalmente una legge buona e giusta» commenta la segretaria Cgil Susanna Camusso.

@MicBorrill­o

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