La Borsa scommette sul piano Mps Il consiglio della banca: il 24 le scelte industriali, poi valuteremo le proposte di Passera Titolo su del 12%. Il nodo della conversione dei bond, ricapitalizzazione verso 5 miliardi
Il Montepaschi va avanti sul piano originario di salvataggio targato JPMorgan e Mediobanca ma non chiude la porta al progetto alternativo di Corrado Passera. Se ne riparlerà però dopo la presentazione del piano industriale, fissata per il 24 ottobre. Per il momento toccherà all’advisor del Monte, Lazard, continuare «gli approfondimenti avviati», affiancato dallo studio Erede per gli aspetti legali.
La decisione è stata assunta ieri dopo 8 ore di consiglio di Montepaschi, riunito a Milano sotto la presidenza del dimissionario Massimo Tononi. La banca ha ribadito «la ferma intenzione di proseguire nell’attuazione dell’operazione di ricapitalizzazione e contestuale cessione delle sofferenze», confermando per fine ottobre l’assemblea. «Con il piano parleremo», si è limitato a dire il ceo Marco Morelli. Per Mps è un modo per spostare in avanti il giudizio sulla proposta dell’ex ministro ed ex banchiere di Intesa Sanpaolo senza però chiudergli a priori le porte, a differenza di come avvenne a fine luglio, sulla sua prima proposta, anche per motivi di tempo. Siena dà anche una risposta al mercato, che ieri con un +12,8% del titolo a 0,1954 euro ha mostrato di volere approfondire l’ipotesi Passera: il piano prevederebbe un aumento riservato a uno-due fondi di private equity per 1,5-2 miliardi (si parla di Warburg e Atlas), una ricapitalizzazione a favore degli attuali «L’Italia sta recuperando la fiducia degli investitori stranieri e questo lo si è visto già dal Foreign direct investment confidence index di A.T. Kearney nel 2014, quando è rientrata tra i 20 primi Paesi e l’anno scorso è salita al 12esimo posto». Così Cristina Scocchia (foto), presidente e amministratore delegato di L’Oréal Italia e unico rappresentante di un’azienda straniera tra i relatori della tavola rotonda «Internazionalizzazione 4.0: le nuove piattaforme per il Made in Italy nel mondo» che si è svolta ieri in Borsa Italiana in occasione del premio «Eccellenze d’impresa 2016» di Gea e Harvard Business Review Italia assegnato a soci, la cessione di tutte le sofferenze più circa 4 miliardi di crediti deteriorati a un veicolo (bad bank) cui parteciperebbero soci vecchi e nuovi e utili messi a riserva fino alla soglia dei 5 miliardi totali di nuovo patrimonio. Particolare rilevante, la proposta Passera non contemplerebbe più la conversione volontaria dei bond subordinati in azioni, a differenza della sua prima versione e dello schema JPMorgan. Fra le condizioni ci sarebbe la due diligence sui conti, che però secondo alcune fonti richiederebbe almeno un mese di analisi, poco compatibile con i tempi di Mps. Il board starebbe comunque sondando la possibilità di una integrazione dei due progetti: l’interesse maggiore sarebbe per gli investitori stabili (anchor investor) di Passera, che anche JPMorgan sta cercando da settimane puntando in particolare sui fondi sovrani del Medio Oriente (Qatar) e del Far East.
«Può essere progetto bellissimo se va come deve andare», ha commentato ieri Passera uscendo dalla Consob dove era stato convocato per spiegare il suo piano, «l’Italia ne uscirebbe alla grande». In serata, l’ex presidente di Mps Alessandro Profumo è tornato sulla crisi di Siena: «Quando vedo dei fenomeni che non riesco a spiegarmi e vedo dei legami tra persone che non riesco a spiegarmi parlo della massoneria».