Guerra tra corrieri espresso FedEx investe 1,4 miliardi sull’aeroporto di Parigi
PARIGI Un profetico studio di Citigroup sta agitando il settore dei corrieri espresso. Che cosa succederebbe se Amazon entrasse nel mercato spedendosi i pacchi da sé? L’ipotesi è che risparmierebbe fino a un miliardo di dollari l’anno. Disintermediando le connazionali FedEx e Ups e la tedesca Dhl. La maggiore incognita riguarda il parco aerei. Costosissimo. FedEx ne possiede oltre 650 in tutto il mondo. Compreso l’iper capiente Boeing 777 acquistato per fare la spola sul lungo raggio, come la tratta Milano Malpensa-Memphis. La cittadina del Tennessee è il quartier generale di FedEx. Il colosso delle spedizioni è una public company quotata ma il primo azionista è il fondatore Fred Smith. Veterano del Vietnam, ha creato una realtà che fattura 50 miliardi di dollari all’anno e conta ora, con la recente acquisizione dell’operatore olandese Tnt, 400 mila dipendenti. L’operazione ha consentito il definitivo sbarco di FedEx in Europa. D’altronde il Vecchio Continente si sta tramutando in un luogo di confronto tra i più importanti operatori. Tnt era una preda golosissima. Soprattutto per la sua rete distributiva in Italia, Spagna e Regno Unito. Ieri FedEx ha fatto il salto. Ha deciso di potenziare il suo principale snodo europeo, l’aeroporto de Gaulle di Parigi, con un investimento da capogiro: 1,4 miliardi di euro a tendere sui prossimi 30 anni. Considerando l’ampliamento dell’area cargo e alla sua definitiva automazione. Alla cerimonia con la stampa per l’annuncio si è scomodato persino il presidente francese, Francois Hollande. L’Italia, secondo David Binks, presidente di FedEx Express Europa, se ne gioverà eccome. FedEx ha già potenziato Malpensa con un investimento da 15 milioni.