Sarri scommette ancora su Gabbiadini Con il Besiktas per la qualificazione. Il tecnico: «Capisco Manolo, ma non posso cambiare il Napoli per lui»
Il momento è delicato, il bivio propizio: due sconfitte consecutive in campionato (Atalanta e Roma) e la possibilità di cambiare immediatamente direzione con la Champions. Il Napoli stasera contro il Besiktas — gara di andata del girone B — può addirittura battere un record. In caso di vittoria sui turchi e di risultato di parità tra Dinamo Kiev e Benfica, la squadra di Sarri si qualificherebbe agli ottavi con tre turni di anticipo.
Il tempo dei buoni propositi cade a proposito, non foss’altro per trasferire energia positiva a un gruppo orfano del suo centravanti di riferimento, l’infortunato Milik, e aggrappato alla speranza che il sostituto del polacco, Manolo Gabbiadini, ritrovi il guizzo dei tempi migliori. Sarri, a questo punto, sveste i panni di allenatore e indossa quelli del mental coach alle prese con un caso-scuola: il ruolo di Gabbiadini, esterno o prima punta? Un quesito che però risolve alla svelta: resta quello di centravanti, nonostante il giocatore non si trovi perfettamente a suo agio al centro del tridente offensivo. Il piglio è deciso, diretto: «Manolo non deve adattarsi a me, piuttosto alla squadra. Al modo di giocare di un gruppo che ha una sua identità. Non posso sacrificare sette o otto giocatori per assecondare lui. Spostarsi, poi, di cinque metri non comporta molto in termini di prestazione. Capisco il suo momento di difficoltà, ma sono sicuro che ne verrà fuori».
Senza se e senza ma, il modulo resta lo stesso di sempre, l’obiettivo è quello di muovere le corde dell’orgoglio di un talento del calcio italiano per il quale il Napoli ha rifiutato offerte indecenti nel mercato di agosto. La sfida Champions punta sul pubblico del San Paolo, amico e numeroso nelle notti europee, ma anche sulla forza mentale dei leader. Pepe Reina, in primis. Il portiere azzurro stasera taglia il nastro Centravanti Manolo Gabbiadini, come contro la Roma, sarà ancora al centro dell’attacco del Napoli (Ansa) delle 150 presenze nelle competizioni Uefa («ne faccio altre 50») avvicinandosi al record di Paolo Maldini che ne aveva collezionate 174. Reina ammette il limite anche psicologico palesato dalla sua squadra, ma è pronto al riscatto: «Abbiamo risentito dell’appagamento dopo il Benfica. Ma siamo abbastanza umili per tornare con i piedi per terra e tornare a giocare il nostro calcio con cattiveria e determinazione, soprattutto in fase difensiva». Il numero 1 del Napoli è già tra i pali, è il leader della squadra e con Gabbiadini ha parlato a lungo: «Ha bisogno del nostro sostegno, bisogna dargli una mano».
Il turn over sarà limitato, Sarri non è incline alle sperimentazioni e con i giovani ha dimostrato di andarci molto cauto. Non ammette critiche sulla gestione dei cambi e ribadisce: «Decido io chi far giocare e chi no, ho sicuramente più elementi rispetto a chi parla e neanche vede gli allenamenti. E comunque Dybala fino a novembre scorso dopo tre anni in Italia faceva fatica a trovare spazio nella Juventus. Qui, invece, non aver fatto esordire Rog sembra già un problema». Resta invece il problema delle energie da gestire e, storicamente, il Napoli ha sempre fatto fatica in campionato dopo e prima delle gare europee. «La Champions ci motiva di più, ma inevitabilmente toglie qualcosa». E di questo Sarri è convinto.