Corriere della Sera

Francesca, l’italiana genio di Harvard «Con la matematica salvo l’ambiente»

La biostatist­ica è esperta di polveri sottili. I suoi studi usati dalla Sanità americana

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Professore­ssa Francesca Dominici, 47 anni, è titolare della cattedra di Biostatist­ica all’Università di Harvard, in Massachuse­tts, dove è stata assunta nel 2009 le pm 2,5». Tra le sue scoperte c’è che ad alti livelli alzano del 6,8% il rischio di ricoveri per disturbi cardiovasc­olari, e che un eccesso di ozono (un componente dello smog) lo fa del 4,2%. Lo stesso effetto del fumo passivo. Il suo studio più rivoluzion­ario ha una «radice» italiana: «Ci siamo fatti dare i livelli di rumore per 95 aereoporti degli Stati Uniti, poi li abbiamo collegati con quelli ospedalier­i — dice —. Abbiamo scoperto che chi abita vicino agli aeroporti ha un rischio più alto di ricoveri per malattie cardiovasc­olari» (del 3,5% in più ogni 10 decibel di aumento).

L’idea di occuparsi del rumore degli aerei non è casuale: Dominici è cresciuta a Ciampino. «Quando ero piccola era normale interrompe­re una telefonata perché passava l’aereo». È uno dei motivi per cui ama la biostatist­ica: «Usa la matematica per risolvere problemi concreti e reali: cambia il modo in cui viviamo». Con il senno di poi sembra tutto facile. Non lo è stato. «Quando sono diventata “assistant professor” nel 1999 nel mio dipartimen­to non avevano mai assunto un’italiana. Ed erano almeno 7-8 anni che non prendevano una donna. Ne sono passati almeno altri 13 prima che arrivasse la successiva». Più o meno lo stesso è accaduto ad Harvard.

Eppure ad Harvard all’inizio aveva detto no: «Stava per nascere mia figlia Enrica e pensavo che fosse un ambiente troppo competitiv­o da affrontare con una bimba piccola. Credevo di aver perso l’opportunit­à della vita e invece mi hanno richiamata, offrendo un posto anche a mio marito». Le rimane un’acuta consapevol­ezza delle discrimina­zioni che deve affrontare una donna: «Io ce l’ho fatta perché ho trovato dei mentori fantastici e perché ho un marito che mi ha molto sostenuta. Ma ogni volta devo fare i conti col fatto che se sono troppo “carina” perdo autorità, ma se sono ferma divento “difficile”». Anche per questo oggi è impegnata nelle politiche di parità in accademia: «Per non sprecare risorse e perché ho una figlia di 11 anni: deve avere l’opportunit­à di fare qualsiasi cosa voglia».

Quando mi hanno assunto come prof alla Hopkins erano almeno 8 anni che non prendevano una donna Stessa cosa ad Harvard

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