Atalanta vera Dea Con la sesta di fila è pronta per la Juve
Bologna k.o., sabato il big match coi bianconeri
Dalla terrazza al terzo piano della classifica con affaccio sulla Champions League, l’Atalanta di Gasperini (ex tecnico delle giovanili bianconere, do you remember?) si mette nelle migliori condizioni psicologiche possibili per fare visita sabato sera alla Juventus. «Mah, non saprei se, considerando la sconfitta di Genova, questo sia veramente il momento più favorevole per affrontarla — sospira il tecnico della squadra rivelazione del campionato —. Di certo sono orgoglioso di quanto l’Atalanta sta realizzando in questo periodo: chissà se sabato sarà la volta buona. Cercheremo di non snaturarci ma vediamo che cosa loro ci consentiranno di fare».
Dunque riassumendo: l’Atalanta batte il Bologna e ottiene il sesto successo consecutivo in campionato, impresa che gli consente di eguagliare il record che in 109 anni di storia del club aveva stabilito nel 2014; centra il nono risultato utile consecutivo, capace di fruttare alla «baby gang» di Gasperini 25 punti (nessuno nei cinque più importanti campionati d’Europa ha fatto meglio); chiarisce, con la posizione che occupa in classifica, che il luogo comune «con i giovani non si va lontano» è, per il momento, appunto un luogo comune. «Qui le settimane passano e noi continuiamo a fare passi avanti — dice quasi incredulo Gasp —. Ci chiamano il Leicester d’Italia, ma non credo sia possibile replicarne le gesta. In Italia è più difficile, non carichiamoci
di troppe responsabilità».
La partita è stata dominata senza se e senza ma dagli ospiti che, trascinati dalla personalità e dalla corsa del Papu Gomez, presente in tutte le azioni velenose dei bergamaschi, sono andati in vantaggio al 14’: palla al bacio dalla destra dell’argentino per Masiello e, voilà, con un tiro al volo di destro, Atalanta avanti.
«Sono deluso perché di solito la mia squadra anche quando è sotto cerca di reagire e costruire, invece ci siamo semplicemente adattati alla situazione», ammette sconsolato il tecnico del Bologna Donadoni. In effetti — a parte la traversa colpita al 21’ su punizione da Viviani — non si registrano assalti all’arma bianca dei padroni di casa: ai posteri si tramandano soltanto un tiro di Rizzo nel primo tempo e un tentativo centrale di Dzemaili all’80’. In mezzo ci sono le sportellate di Petagna con i difensori del Bologna, le incursioni di Conti sulla fascia e soprattutto, al 23’ della ripresa, il raddoppio di Kurtic di testa su corner battuto dal solito Gomez.
L’unico a sorridere nello spogliatoio del Bologna è così il portiere Mirante, al rientro in campo dopo tre mesi a causa di problemi cardiaci. «Mi mancava l’adrenalina della gara, ho ricevuto un’accoglienza fantastica. Tutto meraviglioso, risultato a parte». Per una volta, ci si può accontentare.