Derby alla Juve, Inter ok E stasera Roma-Milan
Solo con un grande Higuain, autore di due reti, i bianconeri domano il Toro Granata in vantaggio con Belotti, spesso pericolosi, cedono nel finale: in gol anche Pjanic
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Se costano così tanto, un motivo c’è: Higuain e Belotti sono gli eroi del derby. Insieme, tra clausole, cartellini e ingaggi, valgono duecento milioni e non sbagliano l’appuntamento con il destino. Il Gallo si infila tra le maglie della rabberciata difesa juventina, nella circostanza anche fuori posizione e con precisione chirurgica stende Buffon con un perfetto colpo di testa sul palo lontano. Però, alla fine, vince il Pipita: due palloni, due gol. Ombroso e letale.
Sembra sempre a disagio in questa Juve che non gioca per lui, ma al momento giusto timbra il cartellino con precisione svizzera: nel primo tempo, 12 minuti dopo la rete del rivale granata, rimette in carreggiata la Juventus infilandosi nel cuore dell’area e colpendo Hart con un diagonale imprendibile.
E al tramonto della partita, quando i suoi compagni sembrano in difficoltà e il Toro alza il ritmo e il baricentro a caccia della vittoria, eccolo di nuovo: tiro secco da tre punti dopo aver fatto saltare Barreca come un birillo. Higuain sbaglia solo alla fine, quando non conta o conta meno, il Toro è piegato per la prima volta in casa e la regina vola via, a più 7 su Roma e Milan che stasera all’Olimpico daranno vita al derby delle seconde.
Il derby vero è nel segno della Juve che manda un avviso preciso ai naviganti, soprattutto a se stessa: il gioco a volte è macchinoso, ma la voglia di vincere il sesto scudetto di fila è intatta. I bianconeri costruiscono tre occasioni nel giro di tredici minuti, però vanno sotto alla prima azione manovrata del Toro. Un colpo basso che non deprime la capolista. Anzi, forse è la molla che la spinge a riemergere in fretta. Il tacco di Mandzukic,
Mihajlovic Orgoglioso della mia squadra, ci è mancata solo un po’ di furbizia Allegri Mandzukic meritava di restare, ma dovevo scegliere, lui o Higuain
che diventa l’assist per il pareggio del Pipita, è fortunato ma premia la voglia bianconera in un momento cruciale della stagione: sabato ci sarà Juve-Roma con la possibilità per Allegri di infliggere un colpo mortale al campionato.
Max nel frattempo dovrà continuare a lavorare per cercare la quadratura del cerchio tattico. La Juve cresce sul piano del gioco, ma qualcosa le manca, contraddizioni da risolvere, come la convivenza dentro gli schemi tra Mandzukic e Higuain. In campo, a volte, danno quasi l’impressione di annullarsi e non è un caso, non può esserlo, che il Pipita chiuda il conto appena liberato dalla ingombrante presenza del croato. Mandzukic, peraltro, è prezioso per come si sbatte, gioca di sponda, aiuta in difesa, un operaio di lusso tra le stelle bianconere, un punto di riferimento
in attacco e quando Allegri lo richiama in panchina per Dybala si arrabbia moltissimo.
La regina in ogni caso supera ogni difficoltà: Rugani soffre contro Belotti e il centrocampo a lungo andare va in sofferenza. Però alla fine i punti sono bianconeri. E con Pjanic, entrato dalla panchina come Dybala, il risultato è anche rotondo (1-3). Il campionato premia la sconvolgente normalità della Juve.
Il Toro paga l’inesperienza. Però Belotti sta diventando un punto di riferimento e i giovani lasciano intravedere un futuro radioso. Mihajlovic, che con la Juve non riesce ad avere fortuna e l’anno scorso ci ha perso pure la panchina del Milan, ha le armi per iscriversi al cerchio (magico) delle pretendenti all’Europa.