Corriere della Sera

Così governano i tre sindaci più bravi

Parlano i primi cittadini di Danzica, Atene e Mechelen: le loro ricette (vincenti) su integrazio­ne e lotta al populismo

- di Beppe Severgnini

Pawel Adamowicz, Yiorgos Kaminis, Bart Somers ( foto). Sono i sindaci di Danzica, Atene e Mechelen. Sono loro i «migliori del mondo» per le ricette su integrazio­ne e lotta al populismo.

Se il populismo aggressivo fatica a conquistar­e le città, forse è anche merito dei sindaci. Eppure, nelle città, i contrasti sono evidenti: vecchi e nuovi residenti, immigrazio­ne e solitudine, centro e periferie, studenti senza mezzi e lavoratori senza lavoro. Dovrebbe essere facile, per i profeti del disastro interessat­o, sfondare nell’elettorato urbano. Non accade. Nel Regno Unito, in Francia, in Austria, in Polonia e in Lituania il voto ha dimostrato che la demagogia attecchisc­e meglio lontano dalle città. Lo stesso è accaduto negli Stati Uniti: le grandi città erano contrarie all’überpopuli­sta Donald Trump. Perché?

Sindaci dell’anno

Ne abbiamo parlato con Pawel Adamowicz, sindaco di Danzica (Polonia); Yiorgos Kaminis, sindaco di Atene (Grecia) e Bart Somers, sindaco di Mechelen (Belgio). Tutt’e tre sono fra i finalisti nel 2016 World Mayor Prize, un premio destinato al miglior sindaco del mondo. Recita la motivazion­e: «I candidati hanno compiuto sforzi eccezional­i nell’accogliere i rifugiati e integrare i migranti (...). Affrontand­o spesso una forte opposizion­e, hanno difeso il diritto di ogni essere umano a essere trattato con compassion­e e a ricevere sicurezza».

Adamowicz, Kaminis e Somers erano a Bruxelles per l’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni, un organo consultivo della Ue composto da rappresent­anti locali e regionali provenient­i dai 28 Stati membri. Le conclusion­i le riassume il sindaco di Catania, Enzo Bianco: «Alla Commission­e e al commissari­o Avramopoul­os è stato detto che il fenomeno migratorio non è un’emergenza che riguarda solo alcuni Paesi, ma una questione struttural­e. Se non vogliono cambiare, dovranno rispondern­e».

Il mix di Danzica

Pawel Adamowicz, 51 anni, è sindaco di Danzica. È un uomo alto e robusto; un polacco che fa e dice cose sgradite al governo in carica, dominato dal partito Diritto e Giustizia, destra nazionalis­ta. «Che ipocrisia — protesta —. Ci sono 850 mila emigrati polacchi nel Regno Unito, e per loro noi pretendiam­o, giustament­e, rispetto. Come possiamo non averne per chi arriva in Polonia? A Danzica sono 15 mila, non possiamo fingere che non esistano. E poi mettiamoce­lo in testa: i migranti sono un’opportunit­à, non un problema. Soprattutt­o in un città di porto, mescolata da secoli». Per questo Pawel Adamowicz ha creato un Consiglio degli Immigrati, che lo assiste e consiglia.

«Nei cantieri di Danzica, nei primi anni 80, è sbocciata la democrazia polacca, con il sindacato Solidarnos­c e Lech Walesa. Operai e intellettu­ali hanno avuto fiducia reciproca e si sono uniti contro il comunismo. La nostra era una città orgogliosa e speciale, e lo è rimasta. A Varsavia lo sanno». Chiediamo: e la redistribu­zione dei rifugiati in Europa, promessa all’Italia? «Il governo non li accetterà mai». La Chiesa polacca? «Molti sacerdoti sono aperti: ascoltano il Papa quando parla di misericord­ia. I vescovi sono molto più cauti». Nei giorni scorsi Adamowicz era a Roma, e ha incontrato papa Francesco.

Il campo profughi di Atene

Yiorgos Kaminis, 62 anni, è il sindaco di Atene. Ha dovuto affrontare un afflusso eccezional­e di migranti in città, durante il mandato: uomini, donne e bambini vivevano nelle tende e nei parchi. Mentre il governo nazionale si defilava, lui s’è fatto avanti, creando il primo campo profughi, che ha funzionato. Gli chiedo come i suoi concittadi­ni possano reggere questo, oltre a una crisi economica che dura da anni (qualche giorno fa un altro sciopero generale: uffici pubblici chiusi, trasporti fermi, porto del Pireo bloccato). Sorride: «Soldi in nero, famiglie allargate e solidariet­à». Perché i neopopulis­ti, in Grecia, sembrano avere meno presa che altrove? «Perché tutti i governi, fin da Papandreou, sono stati populisti. C’è poco da inventare, da noi». I suoi concittadi­ni cosa pensano, oggi, dell’Unione Europea? Risponde in inglese: «They don’t give a shit. Non gliene frega un cazzo. Sono troppo impegnati a sopravvive­re».

Kaminis è nato a New York nel 1954, a cinque anni è tornato in Grecia. È un costituzio­nalista, eletto sindaco nel 2010. Il primo di centrosini­stra da oltre vent’anni. Il suo stipendio è 2.900 euro al mese («Questi viaggi a Bruxelles non li potrei fare, se non mi venissero pagati»). Gli chiediamo se Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco, è un populista. Scuote la testa: «Ci è costato 50 miliardi di dollari, quell’uomo». L’accordo dell’Unione Europea con la Turchia, per impedire nuove partenze verso l’Europa? «Per ora tiene, non si sa per quanto. Se salta, non so davvero cosa possa succedere. Ma ricordate: i migranti non vogliono fermarsi da noi. Puntano a Nord».

La regola di Mechelen

Bart Somers è sindaco di Mechelen, città fiamminga del Belgio. Ospita 128 nazionalit­à, il 28% della popolazion­e ha origini straniere, il 20% è di religione islamica. Eppure ha evitato la radicalizz­azione che ha portato agli attentati terroristi­ci in Francia e in Belgio. I partiti di estrema destra, a Mechelen, sono scesi dal 30% al 10%. Come ci è riuscito, il sindaco? «Ho rinunciato all’assimilazi­one forzata: non funziona. E al suo opposto, la “super diversità”, la divisione della città in gruppi etnici. Sono così tanti che è impensabil­e creare programmi adatti ad ognuno. E poi quei gruppi finiscono per diventare luoghi di isolamento fisico e mentale. Apartheid autoimpost­a».

Quindi? «Quindi abbiamo stabilito regole comuni, le abbiamo spiegate e le facciamo rispettare. Mi creda: sono buono, ma non sono un ingenuo. Corsi di cittadinan­za ai nuovi arrivati, per cominciare: cos’è la democrazia, come funziona la polizia, come comportars­i con le donne. E poi chiedo aiuto. Non all’imam, che vorrebbe dire abdicare al mio ruolo. Chiedo aiuto ai concittadi­ni, di ogni etnia. Dopo gli attentati a Zaventem e Bruxelles, in marzo, sono andato in moschea e ho detto: “Siete due volte vittime. Come europei e come islamici. Reagite”. Ma quando mi chiedono piscine pubbliche separate per maschi e femmine, rispondo: ve le potete scordare, questo è un Paese laico».

«Nel 2000 Mechelen era una delle città più sporche e pericolose del Belgio. Chieda in giro: oggi è tra le più pulite e sicure. Vado nelle case della borghesia fiamminga e dico: “Mandate i figli nelle scuole pubbliche, mi impegno a renderle migliori. I vostri ragazzi dovranno vivere in un mondo mescolato, che vi piaccia o no. Quindi, meglio che imparino subito come si fa”». Mentre si alza per uscire, si gira: «Sa una cosa? Noi vogliamo i migranti, a Mechelen: sono una risorsa. La mia famiglia è nelle Fiandre dal 1507. Quindi, se lo dice uno come me, dovete crederci».

Rispetto Per i polacchi emigrati a Londra pretendiam­o giustament­e rispetto Come possiamo non averne per chi arriva in Polonia? I migranti sono un’opportunit­à, non un problema Pawel Adamowicz L’accordo con la Turchia L’accordo Ue-Turchia, per impedire nuove partenze verso l’Europa? Per ora tiene. Se saltasse, non so che succedereb­be. Ma ricordate: i migranti non vogliono fermarsi da noi. Puntano a Nord Yiorgos Kaminis Norme e diversità L’assimilazi­one forzata non funziona. Bene la «super diversità». Ma abbiamo stabilito regole comuni e le facciamo rispettare. Piscine pubbliche separate? Ve le potete scordare Bart Somers

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 ??  ?? Danzica Pawel Adamowicz, 51 anni, avvocato ed esponente del partito liberale «Piattaform­a civica», è sindaco della città polacca dal 1998
Danzica Pawel Adamowicz, 51 anni, avvocato ed esponente del partito liberale «Piattaform­a civica», è sindaco della città polacca dal 1998
 ??  ?? Atene Il costituzio­nalista Yiorgos Kaminis, 62 anni, nato a New York e presto tornato con la famiglia in Grecia, è sindaco della capitale dal 2010
Atene Il costituzio­nalista Yiorgos Kaminis, 62 anni, nato a New York e presto tornato con la famiglia in Grecia, è sindaco della capitale dal 2010
 ??  ?? Mechelen Bart Somers, 52 anni, ex leader del partito liberale fiammingo Vld, è sindaco della città belga di Mechelen dal 2001
Mechelen Bart Somers, 52 anni, ex leader del partito liberale fiammingo Vld, è sindaco della città belga di Mechelen dal 2001

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