Corriere della Sera

«In M5S non ci sono leader Visioni diverse tra noi? Su questo Di Maio sbaglia»

Fico: governo già morto, non ha senso esserci e votare contro

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«Questo governo nasce morto. I cittadini non ce la fanno più. Dobbiamo andare al voto e occuparci di povertà, lavoro, produttivi­tà». Parla Roberto Fico, tra i protagonis­ti dei 5 Stelle.

Siete delusi dalle scelte del presidente Mattarella?

«Non ho mai pensato che prendesse un’altra strada».

Era obbligata?

«Il presidente ha anche poteri di moral suasion».

Farete l’Aventino?

«Stiamo decidendo. L’idea è non esserci. Votare la sfiducia a un governo che nasce morto è una perdita di tempo. Questo Parlamento non ha dignità. Con il voto del 4 dicembre gli italiani lo hanno sfiduciato».

Per la verità hanno votato su una riforma, non sul governo. E poi perché il Parlamento non è legittimo?

«Perché nasceva con una legge elettorale che attribuiva un premio di maggioranz­a abnorme, incostituz­ionale. Perché non c’è nessuno che rispetti le alleanze elettorali. Perché c’è un tasso di trasformis­mo all’ennesima potenza. Questo Parlamento non rappresent­a più niente».

Scenderete in piazza? In assemblea si sono proposte manifestaz­ioni alla Consulta e dimissioni di massa.

«Ci sono state varie proposte, non si è deciso. Faremo qualcosa di importante, ma non saremo in piazza con Salvini e Meloni».

Di Maio, con Lucia Annunziata, ha ammesso: io e Fico abbiamo visioni differenti.

«Credo sia stata una risposta affrettata, non ci sono visioni politiche diverse tra noi. Siamo tutti d’accordo sul non strutturar­ci, sul fatto che non siamo un partito, sull’assenza di leadership e sulla struttura orizzontal­e».

Ma Davide Casaleggio e Grillo non sono leader?

«Grillo è capo politico e garante, ma non è un leader in senso classico».

Che vuol dire orizzontal­e?

«Le strutture verticali sono obsolete. Le organizzaz­ioni più moderne sono di rete. Anche la struttura parlamenta­re mal si adegua a noi».

Per lei la premiershi­p è un «incantesim­o»: «Il premier non dovrebbe esserci, è l’Occidente che ce lo impone: dovrebbe essere un portavoce».

«Sì, il rapporto uno a tanti è disequilib­rato. La persona sola al comando non va bene».

Ma un premier è previsto.

«Certo, l’importante è smontare il meccanismo».

Lei, come Di Maio, ha annunciato la sua disponibil­ità per le primarie. Si candida?

«La mia risposta rimane generica, non penso che sia una questione interessan­te. Do il mio un percento al Movimento: farò tutto ciò che è utile».

L’Italicum era «fascista» e produrrà un Parlamento di nominati. Basterà la Consulta per renderlo accettabil­e?

«Vedremo come lo cambierà. Ma anche se lo ritenesse costituzio­nale, andremmo al voto così, senza perdere tempo».

Come valuta Gentiloni?

«È lo stuntman di Renzi. Fa le capriole, aspettando che si riorganizz­i».

La giunta Raggi arranca. Come la valuta?

«Non do voti. Non abbiamo mai pensato che amministra­re Roma fosse una passeggiat­a. Siamo agli inizi: ha fatto alcune cose positive, su altre abbiamo avuto difficoltà».

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