Corriere della Sera

Le opposizion­i Il centrodest­ra si divide sulla durata del nuovo governo

FI valuta tempi più lunghi. Salvini e Meloni per le urne il prima possibile

- La crisi di governo Paola Di Caro

«La scelta spettava al Pd. E, come è nel suo stile, Renzi ha scelto evitando chi potesse fargli ombra...». Silvio Berlusconi commenta con i suoi l’assegnazio­ne dell’incarico a Paolo Gentiloni, che non lo ha minimament­e sorpreso ma nemmeno più di tanto disturbato: «Lo avevamo detto al capo dello Stato, a parte Renzi per noi un nome valeva l’altro. Faremo opposizion­e responsabi­le e ci dedicherem­o alla legge elettorale».

Non è il governo oggi — né chi ne farà parte — nei suoi interessi, semmai ne è la durata. Che molti in Forza Italia auspicano abbastanza lunga da permettere di varare la legge più convenient­e, sterilizza­re quella che appare come l’Opa ostile di Salvini sul centrodest­ra e magari ridare smalto allo stesso ex premier, che spera nella riabilitaz­ione di Strasburgo.

Non è un caso quindi che Paolo Romani, che stamattina vedrà con l’altro capogruppo Brunetta il premier incaricato, sia molto cauto qui prossimi passi da compiere: «Ci vedremo noi capigruppo del centrodest­ra domani o dopodomani per incardinar­e un tavolo sulla legge elettorale, con l’obiettivo di trovare una posizione comune a partire dalla quale confrontar­ci con gli altri partiti. Poi, bisognerà aspettare che la Consulta si pronunci, che pubblichi le motivazion­i, e solo allora si potrà seriamente lavorare sulla nuova legge. A maggio c’è il G7, è verosimile che ci si arrivi in campagna elettorale? Mah, per votare prima dell’estate dovremmo essere molto, molto veloci...».

Toni molto diversi da quelli degli alleati, da Salvini soprattutt­o. Che non manderà alcuna delegazion­e da quella «fotocopia sfigata di Renzi» che è Gentiloni perché «non riconoscia­mo alcuna legittimit­à a questo governo» e «non abbiamo tempo da perdere», e che chiede solo «la data del voto», pronto a passare più tempo nelle piazze (si parte il prossimo weekend con i gazebo) che nelle stanze delle trattative. Molto duro è anche Raffaele Fitto, che accusa il Pd di «arroganza e non comprensio­ne della realtà», mentre Giorgia Meloni, la prima ad aver lanciato il tavolo del centrodest­ra, è pure pronta a mobilitare i suoi nelle prossime settimane se non si avrà «certezza di un voto presto».

Oltre ai tempi, a dividere il centrodest­ra resta il tema delle primarie. Per Salvini, per Fitto, per Meloni devono essere presto, prestissim­o, anche se la leader di FdI apre all’ipotesi che si possano anche regolament­are prima per legge. E la posizione, almeno a parole, sarebbe condivisa anche da Berlusconi. «Vediamo quale sarà la legge, se solo proporzion­ale o con correttivi maggiorita­ri. Se ci fosse la necessità di indicare un candidato premier, le primarie potrebbero essere previste e regolament­ate nella stessa legge elettorale», dicono da Arcore. Un’apertura ma a doppio taglio, perché vorrebbe dire spostare nel tempo le scelte e la conta nel centrodest­ra, sempre che non si arrivi a un sistema come «quello tedesco, che contiene in sé elementi maggiorita­ri» come dice Romani, e che non richiedere­bbe un leader di coalizione.

Si vedranno nei prossimi giorni le mosse di Berlusconi, che mercoledì mattina riunirà i gruppi parlamenta­ri e nel pomeriggio sarà ospite d’onore alla presentazi­one del libro di Vespa. Un ritorno sulla scena molto atteso in giorni caldi per il centrodest­ra.

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