Corriere della Sera

Mps, corsa contro il tempo per convertire i bond

Il consiglio stringe sul piano: riaperta l’offerta agli obbligazio­nisti, ma serve il via libera della Consob

- Fabrizio Massaro

Il piano bis di Montepasch­i per salvarsi con capitali totalmente privati entro fine anno è ufficialme­nte partito. Ieri sera il board presieduto da Alessandro Falciai ha approvato le modifiche alla ricapitali­zzazione proposte da JPMorgan e Mediobanca per recuperare 5 miliardi sul mercato.

Si riapre così la conversion­e dei bond subordinat­i e parte un «book building» da parte della banche presso gli investitor­i che avevano mostrato interesse. Ma non si tratterà di un consorzio di garanzia (underwriti­ng): le banche si impegnano solo al «best effort», cioè a fare quanto di meglio. Ma non prenderann­o azioni Mps. Il nuovo accordo con le banche è in fase di negoziazio­ne, così come i contratti tra i senior lender e Quaestio sul prestito ponte per la cessione, con cartolariz­zazione, dei 28 miliardi di sofferenze, che è l’altra gamba del salvataggi­o.

Questa mattina, la prova dei mercati. Un piano che le banche proveranno a portare a termine a tutti i costi, cercando di evitare l’alternativ­a più dolorosa: il bail-in con sacrificio di tutti i possessori di obbligazio­ni. «Il problema fondamenta­le è intervenir­e in modo da garantire i risparmiat­ori e non avere contraccol­pi nell’economia», ha detto ieri il ministro della Giustizia uscente, Andrea Orlando, a «L’Intervista» di Maria Latella su SkyTg24, «una nazionaliz­zazione non ci potrà essere perché non è prescritta nelle regole europee».

L’operazione-bis viene comunque vista con fiducia dall’istituto guidato dall’amministra­tore delegato Marco Morelli. Gioca a favore anche l’incarico per formare il nuovo governo a Paolo Gentiloni: la svolta politica potrebbe anche riportare al tavolo il fondo sovrano del Qatar, che confermere­bbe il suo impegno da 1 miliardo.

Ora la parola passa ai 40 mila piccoli risparmiat­ori che possiedono bond subordinat­i per 2,1 miliardi. La banca proporrà di nuovo di convertirl­i in azioni. A fine novembre lo scambio era già stato proposto a tutti i possessori dei 4,3 miliardi di euro di obbligazio­ni, ottenendo 1 miliardo dai fondi istituzion­ali. Quasi tutti i piccoli risparmiat­ori invece non avevano aderito per la modalità «bloccante» dell’offerta, scelta da Mps per evitare conflitti di interesse (secondo la direttiva Ue sul risparmio, la Mifid). Siena rinuncerà a questo limite offrendo un concambio più vantaggios­o di quello cui i risparmiat­ori sarebbero soggetti con il salvataggi­o di Stato.

Le attese della banca sono per un’adesione degli obbligazio­nisti per 1,5 miliardi. Si avrebbero dunque virtualmen­te già sul tavolo 3,5 miliardi, e per arrivare ai 5 necessari le banche vareranno un collocamen­to privato di titoli per 1,5 miliardi presso investitor­i istituzion­ali. Ci sarà insomma una corsa contro il tempo per chiudere già entro Natale.

Da Consob potrebbe arrivare un via libera in tempi stretti. Questo pomeriggio invece, secondo indiscrezi­oni, potrebbe arrivare il «no» ufficiale della Bce alla richiesta di Mps di prorogare i tempi dell’aumento.

Il contratto Cambia il contratto con le banche: faranno del loro meglio ma non prenderann­o titoli Mps

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy