Corriere della Sera

IL SINDACATO IN COREA E L’ETICA DEI CONSUMI Movimento Nel Paese asiatico c’è stato uno sciopero generale contro alcune violazioni dei diritti di cui i cittadini italiani devono essere informati

- di Marco Bentivogli

Caro direttore, in Corea, Paese del G20, aderente all’Ocse, lunedì 30 novembre, si è svolto uno storico sciopero generale con adesioni altissime e un immenso corteo di 1,5 milioni di lavoratori che ha attraversa­to Seoul. Già di per se è una notizia; aggiungere che le minime libertà sindacali in Corea sono considerat­e un reato rende ancora più importante il successo di adesione a questa mobilitazi­one. Un Paese in cui il presidente della Kctu, la Confederaz­ione Koreana dei Sindacati, Han Sanggyun, sta scontando in carcere una condanna di 5 anni per aver guidato nel 2015 una grande mobilitazi­one sindacale contro la riforma del lavoro proposta dal governo.

Non solo, come rappresagl­ia per la lotta dei sindacati contro le decisioni del governo, Park Geun-hye presidente della Corea del Sud, ha fatto arrestare centinaia di sindacalis­ti, saccheggia­re decine di sedi sindacali con il pretesto della sicurezza nazionale e ha cancellato lo status giuridico dei sindacati, riportando l’orologio della storia coreana ai tempi della dittatura. Oltre 600 attivisti sindacali sono stati fermati incarcerat­i, e successiva­mente rilasciati, solo per aver partecipat­o alle proteste. Ma la stessa sorte non è toccata ai 13 dirigenti sindacali rimasti in carcere perché condannati a pene di otto mesi o un anno. Le mobilitazi­oni a cui anche noi abbiamo aderito avevano lo scopo di spingere la presidente della Repubblica Park Geun-hye alle dimissioni. Le grandi corporatio­n come Hyundai e Samsung Electronic­s l’hanno sostenuta pagando tangenti a una fondazione a lei vicina, proprio per spingere sulla riforma del lavoro e le politiche antisindac­ali. La riduzione delle libertà sindacali in queste aziende riguarda anche la catena dei loro sub-fornitori ed è divenuta ormai una bandiera aziendale. In gioco nella Corea del Sud, non ci sono solo il livello di precarietà e di libertà di licenziame­nto, ma la stessa libertà sindacale e il diritto dei lavoratori di poter contare con un contratto collettivo. Dopo la manifestaz­ione del 14 novembre 2015 Han Sang-gyun si era rifugiato nel tempio buddista Jogye. Circa un mese dopo decise di consegnars­i volontaria­mente alla polizia, pur sapendo a cosa andava incontro. Da quel momento nel mondo si è sviluppato un movimento di sostegno con i sindacati e i lavoratori della Corea del Sud, fino allo sciopero generale del 30 novembre 2016. Noi pensiamo che il sindacato se non è internazio­nale per cultura, sensibilit­à e capacità di azione non ha più né senso né forza. Per questo la Fim-Cisl si è unita lo stesso giorno, alle azioni intraprese in tutto il mondo dai sindacati affiliati alle federazion­i internazio­nali (tra cui IndustriAL­L Global Union) a sostegno dello sciopero generale. Eppure in Italia non ne ha parlato nessuno sui media. Della Corea si è parlato riguardo Kim Se-jeong, cantante Kpop che ha vinto un premio musicale come solista per il suo singolo Flower road e per festeggiar­e ha cambiato colore dei capelli, diventando bionda.

Scrivo queste righe senza spirito di polemica ma per aprire una riflession­e. Possibile che sia più utile accoppiare le non-notizie dall’estero con le non-notizie italiane? Eppure sapere che dove si produce la propria tv o smartphone è vietato organizzar­si nel sindacato darebbe un’idea più chiara del mondo, dei rischi e delle opportunit­à e farebbe capire ancora meglio perché non si può fare a meno di un sindacato (capace di cambiare davvero) ma anche di giornalist­i che ne danno conto. Magari impareremm­o a «votare col portafogli­o» acquistand­o prodotti di company che rispettano le persone e l’ambiente. Non dimentichi­amo mai che l’informazio­ne libera e intelligen­te ha un ruolo educativo, a partire dalla selezione dell’importanza degli accadiment­i. Il populismo si nutre di cattive notizie e di provincial­ismo, forse qualche notizia sul mondo riaprirebb­e le menti più rabbiose e provincial­i. Anche perché è appena giunta la notizia che il Parlamento coreano ha approvato l’impeachmen­t della presidente Park che è stata esautorata e a quanto pare il nuovo governo voglia ripartire ritirando proprio la legislazio­ne antisindac­ale e contro i diritti dei lavoratori. Insomma una vittoria del sindacato coreano e internazio­nale, uno di quei successi di quelle battaglie che speriamo diventino notizia anche qui.

*Segretario Generale Fim Cisl

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy