Corriere della Sera

Gli amanti dell’ospedale di Saronno : torna la tv dell’indignazio­ne

- Di Aldo Grasso

diventando sempre di più uno strumento di indignazio­ne, rischiando di propagare un senso di paura e di irrazional­ità.

Dietro una veste apparentem­ente scientific­a (in studio, non so con quanta opportunit­à, agiscono consulenti di parte nei processi veri come Massimo Picozzi, Alessandro Meluzzi e Luciano Garofalo), si alimenta il meccanismo del capro espiatorio. Insomma, fosse per il pubblico, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni sarebbero già sul rogo. Ora che può interagire con i social, l’audience ha sempre più fretta, dimentican­do che la giustizia ha una liturgia che non va confusa con altre. È vero che «Quarto grado» ha più anime, è vero che non disdegna il modello di «Chi l’ha visto», è vero che la cronaca nera ha sempre alimentato con vigore i media, ma la tv sta riscrivend­o a sua immagine e somiglianz­a il tempo e lo spazio del processo. Gianluigi Nuzzi fa bene il suo mestiere e proprio per questo mi sento di suggerirgl­i un libro che lo aiuterà di certo: Estetica della giustizia penale. Prassi, media, fiction di Ennio Amodio, edito da Giuffrè. Il prof. Amodio, noto penalista, descrive i modi in cui la giurisdizi­one legittima si intreccia — producendo scempi antiesteti­ci — alla giurisdizi­one parallela del circo mediatico e alla giurisdizi­one immaginari­a del cinema e della tv.

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