Corriere della Sera

Sofia, il volto nuovo dello sci

Sesto podio in 8 gare: «Il modello? Paltrinier­i»

- Di Flavio Vanetti

Sei podi in otto gare. Quattro di fila. Dopo il terzo posto di Sofia Goggia nella discesa di Val d’Isère, dove si celebra pure una «valanghett­a azzurra» (quarta Nadia Fanchini, quinta la Schnarf, sesta Elena Fanchini), suggeriamo a Babbo Natale — «che già mi ha portato un’auto nuova» — di regalare un pallottoli­ere alla nostra Harry Potter delle nevi: nel 1996 Isolde Kostner finì 15 volte tra le migliori tre; Sofia è già a -9 da Isi. Dunque contare serve, avendo a disposizio­ne per superare il record una ventina delle 26 restanti gare del calendario (slalom inclusi che, salvo inversioni di rotta, non disputerà). Intanto oggi in superG potrebbe/dovrebbe — il condiziona­le è per scaramanzi­a — passare al comando della Coppa del Mondo, visto che la Gut è deragliata ancora e le ha permesso di rafforzare il secondo posto, a 31 punti dalla Shiffrin. Se fossimo in Formula 1, la Goggia potrebbe usare il Drs: ala aperta, e via a tutto gas. La ragazza è attesa da altri gioiosi tuffi in acqua, come quello che venerdì ha fatto, vestita (è matta? No, è originale ed espansiva, oltre che educata: dà del lei a tutti, giornalist­i inclusi), in una Jacuzzi che stava sotto il podio.

Sofia, ecco il pelo nell’uovo: la vittoria non arriva.

«E io non smetto di inseguirla. La desidero, ho fame. Ogni occasione sarà buona: per ora mi hanno fregato gli errori banali e i centesimi».

Terzo posto nonostante una discesa imperfetta.

«È il podio sul quale recrimino di più: sono andata maluccio in alto, poi ho tenuto una linea estrema che ha prodotto sbavature. Sono contenta del piazzament­o, non della sciata».

Grand’Italia, con il potere bergamasco-bresciano grazie all’aiuto delle Fanchini.

«Un’Italia pazzesca, vorrei dire. Pareva di essere agli Assoluti, non alla Coppa del Mondo. Nadia ed Elena sono state bravissime nella parte centrale».

Lara Gut sta vivendo male la pressione?

«Può essere. Ma la pressione è il succo dello sport: chi non la regge, partecipa e basta».

Perché Ilka Stuhec, la slovena del dopo-Maze, pare imbattibil­e (tre su tre in libera e quarta vittoria,

ndr)? «Con il cambio dei materiali ha fatto un gran salto di qualità. Sarà dura sbatterla giù dal podio».

Sofia, invece, di pressioni ne ha?

«Stanno a zero. Tengo gli occhi aperti, sono gasata e non sono stanca: ho gestito bene questa sequenza di gare».

Voi ragazze state riaccenden­do la passione dell’Italia per lo sci.

«Spero che non accada solo con me: mi piacerebbe che lo sci ripartisse e che l’Italia tornasse a sognare grazie a tutti In azione Sofia Goggia lanciata verso il podio della discesa (Epa) noi azzurri».

La sua solidità mentale pare cucita addosso come un vestito: lo avverte?

«Sì. Vari tasselli del puzzle della vita sono andati a posto: mi sento bene, forte di testa e, soprattutt­o, mi pare tutto normale».

Ci pensa che potrebbe ritrovarsi in vetta alla Coppa?

«Sì, ma sarebbe solo dopo la mia nona gara… Voglio dire che servirà la continuità, non devo tradire l’idea del passo dopo passo. È come essere al via dei 100 metri: tutti scattano, poi bisogna vedere chi sa accelerare».

Sta diventando un personaggi­o. Non teme i rovesci della medaglia della popolarità?

«No perché resto fedele a me stessa: sono uguale alla Sofia che c’era prima del podio di Killington. A qualcuno piacerò, ad altri no: pazienza».

A quando il primo slalom vero, non di combinata?

«Io e lo slalom ci siamo incontrati, ci siamo stretti la mano e ci siamo detti che lo lascio a chi lo sa fare. Io potrei disputare quello della saga della polenta taragna».

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Sofia Goggia, terzo posto ieri nella discesa libera in Val d'Isère
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