«Io mollai per Mani Pulite Ma la storia si ripete in farsa»
Sindaco dimissionario ai tempi di Tangentopoli perché la sua maggioranza si sfaldò sotto i colpi delle inchieste. Ma Giampiero Borghini, una vita nella sinistra riformista, è stato 23 anni dopo anche uno dei principali sponsor della corsa a sindaco di Beppe Sala. Ci sono analogie con quanto accadde nel 92-93? «Nessuna. Nella mia esperienza di sindaco, incrociai una crisi di natura politica e un’altra di carattere giudiziario. Ma la seconda era un uragano che nasceva da fatti veri e che portò a conseguenze vere». Le indagini a carico di Sala sono basate sul nulla? «La stessa Procura di Milano aveva archiviato l’inchiesta e ora a distanza di pochi mesi le accuse spuntano di nuovo fuori... Marx diceva che la storia si ripete sempre due volte, la prima sotto forma di tragedia, la seconda di farsa. Ecco, non vorrei che fossimo arrivati al tempo della farsa». Condivide la scelta di Sala di autosospendersi? «Beppe ha reagito in maniera comprensibile, da uomo serio, rigoroso. Ha dimostrato di avere la schiena dritta e di essere anche molto orgoglioso. Ricordiamoci che non siamo in presenza di un politico consumato. Si è comportato da uomo che viene messo sotto accusa senza conoscere nemmeno le ragioni dell’indagine». E ora che succede? «La squadra di giunta prenderà in mano la città, sperando però che la vicenda si concluda il prima possibile». Che consiglio si sentirebbe di dargli? «Gli direi: “Caro Beppe hai preso una decisione umana e comprensibile. È vero che Milano è una città che in parte si governa da sé, però ha anche bisogno del suo sindaco”».