Da Colombo ai 135 sindaci: Sala rientri L’ex pm di Tangentopoli: non ci sono motivi per protrarre l’autosospensione. Appello bipartisan dei colleghi
«Sulla base di quanto appreso sulla vicenda non ci sono motivi per protrarre l’autosospensione». A parlare non è un politico (e sono stati tanti) che hanno chiesto a Beppe Sala di tornare sui suoi passi e di riprendere il lavoro di sindaco di Milano. Non è neanche uno dei tanti attestati di stima che sono arrivati in questi giorni. Porta una firma importante, quella di Gherardo Colombo, ex magistrato simbolo di Mani Pulite e ora presidente del Comitato per la legalità e la trasparenza del Comune di Milano.
Parole pesanti: «Confidiamo nella pronta ripresa dell’esercizio delle piene funzioni al servizio della città». Così come è «pesante» l’appello firmato da 71 sindaci (che nelle ultime ore hanno raggiunto quota 135, di destra e di sinistra) in cui si chiede a Sala di tornare in sella: «La decisione del nostro collega di autosospendersi dalla carica di sindaco di Milano è un gesto di grande sensibilità, pieno di dignità e orgoglio. Lo comprendiamo e lo rispettiamo. Ma gli chiediamo di riprendere la sua funzione».
La prima firma è quella di Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente dell’Anci. «Milano — scrivono i sindaci — come qualunque città, ha bisogno del suo sindaco. Sala ha appreso (dalla stampa!) che la richiesta di proscioglimento avanzata dalla Procura di Milano non è stata accolta e che le indagini continuano. Rispettiamo sempre le decisioni della magistratura, anche quando non appaiono convincenti. Tuttavia, se passa il messaggio che, di fronte al semplice avvio di una indagine, un amministratore è gravemente indebolito nell’esercizio delle sue funzioni, si determinano gravi conseguenze... Per queste ragioni, con affetto e con stima accresciuti, chiediamo a Sala di tornare alla responsabilità che i milanesi gli hanno affidato».
Sala, nel suo primo giorno di «assenza temporanea», ha incontrato il suo avvocato, Salvatore Scuto. Una giornata importante sarà quella di domani. I legali di Sala hanno chiesto alla Procura generale, facendo riferimento all’articolo 335 del Codice di procedura penale, di conoscere se esistono iscrizioni al registro degli indagati a carico del proprio assistito e per quali ipotesi di reato. La risposta dovrebbe arrivare domani. Sulla base delle informazioni (se ci sono altre contestazioni oltre quelle che riguardano la gara di appalto sulla piastra di Expo) si deciderà il da farsi. I tempi sono stretti. Un’altra valutazione riguarda la possibilità di contestare la richiesta di proroga delle indagini per altri sei mesi. Per ora è solo un’ipotesi teorica. Intanto ieri è stato il primo giorno da sindaco di Anna Scavuzzo, in precedenza vicesindaco di Sala. «Il Comune c’è, Milano c’è, il sindaco c’è», ha detto davanti a una folta platea raccolta per parlare degli scali ferroviari, uno degli interventi più importanti per la città.