«Presto per parlare delle persone in campo Dopo gli errori va ricostruito il Pd»
Il ministro: legge elettorale rapida, poi si deve votare
Speranza è sceso in campo, ministro Andrea Orlando. Lei cosa aspetta?
«Stiamo iniziando dalla fine, mi pare. È legittimo che si metta in campo chi ritiene di avere soluzioni, ma la crisi della sinistra richiede risposte collettive. Noi sbaglieremmo a partire dall’organigramma».
Speranza, Emiliano e Rossi promettono di fare squadra per ricostruire il Pd. Lei non sarà della partita?
«Per ricostruire un pensiero politico non basta una sommatoria di personalità di una parte del Pd. Il congresso non risolve il problema di una rifondazione politica, che deve stare dentro una rifondazione della sinistra europea».
Anche lei suggerisce a Renzi di rinviare le assise?
«Prima del congresso dobbiamo affrontare due passaggi fondamentali. Tracciare una road map per ricostruire il Pd e cogliere il messaggio che viene dal 60 a 40 al referendum. Nelle periferie abbiamo visto una vittoria travolgente del No. La questione principale è riconoscere il tema dell’eguaglianza sociale. O si blocca la falla che porta quei voti verso il populismo, o è in gioco la tenuta del sistema democratico e la capacità del Pd di essere una forza di cambiamento e di riscatto».
Si candida per unire turchi, bersaniani e franceschiniani, o si tira indietro?
«Non è questo. Unire le correnti non basterà a riconnetterci con un pezzo del nostro popolo. Se Renzi non ce la fa da solo, dubito che possano farcela i singoli sfidanti».
Lei è per la vocazione maggioritaria, o per il «campo largo di centrosinistra» vagheggiato da Bersani?
«Dobbiamo superare la sindrome di autosufficienza che, dopo le Europee, ci ha fatto fare molti errori e che fatalmente si trasforma in isolamento. Non sono accettabili però le prediche di chi dall’alto dello zero virgola ci spiega come riconquistare le masse».
Gentiloni è troppo in continuità con Renzi?
Chi è Andrea Orlando, 47 anni, confermato ministro della Giustizia
«Se si fosse fatto un esecutivo radicalmente nuovo, ci avrebbero accusati di ignorare l’esito del referendum e di puntare a fine legislatura».
Anche lei contesta i ruoli di Lotti e Boschi?
«La discontinuità va segnata individuando una legge elettorale, per ridare la parola agli elettori».
Vuole votare subito?
«Nei tempi più brevi possibili, perché una legislatura che doveva essere costituente ha perso il suo significato».
Correre alle urne per evitare il referendum sul Jobs act?
«Dobbiamo lavorare per la legge elettorale, non per evitare il referendum. Ma sul Jobs act aprirei subito un confronto serio, perché ci sono cose che hanno funzionato e altre che vanno riviste».
L’autosospensione di Beppe Sala la convince?
«Da Guardasigilli non commento le vicende giudiziarie».