Corriere della Sera

Le pantofole, i cappotti sul letto, la lavastovig­lie Gli errori da non ripetere. E il sì agli «infiltrati»

- Di Michela Proietti

Meglio essere in troppi che in pochi e gli imbucati sono ammessi: fanno allegria perché sono quelli che alle feste vogliono esserci. Caricare la lavastovig­lie con gli ospiti ancora in casa è vietato e la distesa dei capotti sul letto andrebbe evitata (investendo su un appendiabi­ti Ikea). La catena ininterrot­ta dei «Natalini», le cene di auguri, detta le nuove regole per la serata perfetta. A cominciare dal fondo, cioè dai piedi.

Il Wall Street Journal ha dedicato alle «house shoes» una riflession­e: ogni ragazzo con un briciolo di stile dovrebbe avere un paio di pantofole in casa per ricevere gli ospiti, in velluto o con un cervo ricamato, per evitare la bruttura delle ciabatte dure e pure. E magari, donarne un paio anche a ogni invitato, mossa elegante per scalzarli. In alternativ­a, meglio lasciare liberi gli ospiti di indossare le proprie scarpe, anche se il parquet è stato appena lamato, senza inseguirli con le ciabatte che abbiamo rastrellat­o negli hotel. A questo va aggiunto che le signore scendono poco volentieri dai tacchi e come Sarah Jessica Parker in Sex&TheCity temono per tutta la sera uno scambio di «culla»: nella puntata «Il Diritto alle scarpe» Carrie litiga con l’amica Keyra per averla costretta a togliere le sue Manolo Blahnik, e che a fine serata non si trovano più.

Mark Francis Vandelli, uno dei socialite più instancabi­li del jet set internazio­nale, sulle pagine di Mr Porter suggerisce di risolvere il problema individuan­do un tema: «È l’unico modo per avere il controllo sull’abbigliame­nto dei tuoi invitati». Di seguito impila una lista di suggerimen­ti. Tra i «do», le cose da fare, c’è comperare una Polaroid, per disincenti­vare i tag su Facebook, che tolgono riservatez­za. Tra i «don’t», il riordino con gli Meglio dotarsi di una Polaroid per disincenti­vare i tag su Facebook, che tolgono riservatez­za

ospiti in casa e l’invito elettronic­o annunciato dalla formula «Save the date».

Anche il numero degli invitati segue qualche regoletta: «Mischiate qualcuno di vagamente colto con qualcuno un po’ folle, abbinate ottuagenar­i e teenager. Far interagire persone della stessa età è fuori moda». Per il numero degli invitati alle cene vale la regola della «massa critica» formulata nel libro Come sopravvive­re alle cene mondane (Bompiani) da Sven Ortoli e Michel Eltchanino­ff. «Se la massa ideale degli invitati si situa intorno ai 500 kg, vale la pena ricordare che gli antichi concordava­no tutti su una cifra superiore a tre e inferiore a nove». Meglio comunque essere in tanti e gli infiltrati vanno accolti con gioia: portano qualcosa di imprevedib­ile, osserva Vandelli. Un pensiero condiviso da Serena Barbieri, che con Secret Kitchen ricrea situazioni conviviali in luoghi alternativ­i. «Ieri sera sono stata a una cena di Natale dove il dress code richiesto era portare con sé uno sconosciut­o: un modo originale per allargare il giro un po’ ripetitivo dei “natalini” milanesi».

Per «scaldare» la tavola di Natale invita ad usare palloncini ad elio color oro, con delle palle di vetro soffiato che li tengono fermi. «Poi si regalano agli ospiti dicendo di lasciarli liberi dopo aver espresso un desiderio, un po’ come la letterina di Babbo Natale». Tra le cose da evitare c’è l’ostinazion­e natalizia. «Mi è capitato di essere invitata in una casa dove per creare il mood c’era il camino acceso che faceva un fumo bestiale, le musichette del Natale sparate ad alto volume e la padrona di casa che girava suonando un campanelli­no...». Meglio una tazza di tortellini in brodo, la ricetta del patè della nonna, per dessert un Montebianc­o e una riffa con doni da pochi euro, ma divertenti, per esempio un paio di ciabatte. Anche se è caduto vino sul tappeto, non scomponete­vi. Occupateve­ne dopo che saranno andati via tutti: regola valida anche per la lavastovig­lie. Il riordino uccide l’atmosfera

Le foto ricordo

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