Corriere della Sera

Consip, M5S attacca. «Il governo deve spiegare»

I capigruppo: «Ci dicano in Parlamento se Renzi sapeva dell’indagine che coinvolge anche Lotti» I magistrati alla ricerca di nuove testimonia­nze. Disposti altri accertamen­ti sulla fuga di notizie

- Ilaria Sacchetton­i

Dopo aver lasciato intraveder­e la possibilit­à di un aggiorname­nto via social, in merito al suo coinvolgim­ento nella vicenda Consip, il ministro dello Sport, Luca Lotti, si tiene lontano da Facebook.

Le polemiche, però, non accennano a placarsi. E il Movimento Cinque Stelle — il giorno dopo l’interrogat­orio del ministro con il pm Mario Palazzi — va all’attacco chiedendo al premier Paolo Gentiloni di riferire sulla vicenda giudiziari­a nata a Napoli e approdata a Roma per le sue ramificazi­oni istituzion­ali.

Vincenzo Caso e Michela Montevecch­i, capigruppo del Movimento alla Camera e al Senato, parlano di «ombra inquietant­e sia sul governo Renzi che su quello Gentiloni» e insistono: «È importante che lo stesso esecutivo informi il Parlamento chiarendo tutti gli aspetti che lo riguardano, chiederemo un’informativ­a urgente».

Il nome che ha fatto compiere il salto di qualità all’opposizion­e, spingendol­a a chiedere a Gentiloni di riferire in aula, è quello di Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua, marito dell’ex capo di gabinetto di Renzi sindaco, Lucia De Siervo e dunque renziano doc. Vannoni, proprio lui, avrebbe ripetuto davanti ai pm di Napoli Henry John Woodcock, Enrica Parascando­lo e Celeste Carrano che anche l’ex premier era a conoscenza delle indagini per corruzione alla Consip. Indagini danneggiat­e, secondo l’accusa, da una fuga di notizie che prima avrebbe portato a una bonifica delle «cimici» in casa Consip, e oggi chiama in causa per rivelazion­e del segreto d’ufficio e favoreggia­mento addirittur­a il generale dei carabinier­i Tullio Del Sette e il comandante Enrico Saltalamac­chia assieme allo stesso Luca Lotti.

I Cinquestel­le parlano di «omertà di Stato» e accusano: «Vannoni, che dal 2015 è anche consulente del governo, avrebbe detto ai magistrati di Napoli che Renzi sapeva dell’indagine in corso su Consip. L’ex premier non vuole raccontarc­i nulla? Non sapeva o non vuole parlare? Se non sapeva perché non lo dice? E se A Roma sarà ascoltato anche il generale dei carabinier­i Emanuele Saltalamac­chia sa perché non vuota il sacco?».

Intanto la Procura di Napoli va avanti con gli approfondi­menti e punta a ricostruir­e anche il capitolo relativo ai finanziame­nti al Pd da parte degli imprendito­ri indagati — e in primis da parte di Alfredo Romeo, già finanziato­re in chiaro della fondazione renziana Big Bang — senza trascurare nulla di tutto il resto, ossia la corruzione dei funzionari della Consip.

Mentre quella di Roma condurrà ulteriori verifiche sulla fuga di notizie. Non solo sarà ascoltato Saltalamac­chia, ma è possibile che gli investigat­ori acquisisca­no nuove testimonia­nze anche nella società pubblica, proprio in merito alla famosa bonifica effettuata negli uffici romani.

L’indagine C’è un’ombra inquietant­e sugli esecutivi Gentiloni e Renzi. È importante che lo stesso governo chiarisca la vicenda

Capigruppo M5S FI Maurizio Gasparri, 60 anni

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