Neve, consegna a domicilio A Dobbiaco un’impresa la produce e la trasporta dove c’è bisogno «Così costruiamo piste da fondo»
D’estate vende ghiaia. D’inverno distribuisce neve. Ed è anche grazie all’idea di questo signore di Dobbiaco che ha «riconvertito» la sua azienda, che le piste dell’Alta Pusteria, regno del fondo, sono tra le migliori che si possano trovare in questo momento in Italia e non solo.
Veneto d’origine il signor Marcello Castagna, 66 anni, moglie e due figli, in questi anni di penuria di neve naturale, un rimedio lo ha trovato. Utilizza una decina di camion per trasportare neve laddove ce n’è bisogno. A volte anche più di 10 km per ogni carico. Attenzione: la neve viene prodotta dai cannoni sparaneve ma a differenza di quella accumulata sui bordi delle piste da sci non viene distribuita nelle immediate vicinanze del cannone ma trasportata per chilometri e chilometri. «Quest’anno è stato ancora più difficiledice il signor Castagna — perché le temperature troppo elevate ci hanno messo i bastoni tra le ruote. Solo alcune nottate e giornate hanno consentito di produrla. Ma l’obiettivo è stato raggiunto: abbiamo coperto tutti i percorsi».
Funziona così: la neve viene prodotta dai cannoni nei punti più freddi e ombrosi della valle, quelli in cui è più probabile che la temperatura, almeno per alcuni periodi, scenda sotto lo zero. Sono enormi cumuli, grandi «balene bianche», come le chiamano, pronti per essere caricati utilizzando le pale dei cingolati, sui camion. «Sono 20 metri cubi ogni carico — spiega Castagna — con i quali si riescono a costruire 1520 metri di pista da fondo». Lo spessore del lungo serpentone bianco è di una trentina di centimetri di neve compatta, ma nei punti più delicati, sopra le scarpate o le rive dei torrenti è necessario che lo «zoccolo» sia più consistente. In Val Pusteria hanno fatto i miracoli, merito anche di tutta l’attenzione che al fondo riservano il Comune di Dobbiaco, gli altri Comuni della valle e le associazioni turistiche.
Da Braies a Sesto c’è una pista lunga 60 km. Lascia stupefatti vedere il doppio binario bianco per la tecnica classica, con in mezzo la corsia per lo «skating» attraversare i prati ingialliti, insinuarsi in mezzo alle case dei paesi, arrampicarsi fino a masi e rifugi. E altri 30 km in Val Casies. Il signor Sugli sci Uno degli anelli per il fondo realizzati a Dobbiaco con la neve «prodotta»
Campagna, salito dalla pianura veneta, rilevò proprio a Dobbiaco negli anni ‘60 una cava da cui si estrae materiale inerte. «Il posto si chiama Langerweg — aggiunge —. L’acqua che esce da una sorgente
in quel luogo è freddissima, un decimo di grado sopra lo zero, con una resa molto elevata nella produzione di neve e quindi a costi inferiori. Lo scorso anno abbiamo provato a produrre neve con quell’acqua, ma dopo un po’ i tubi si ghiacciavano e si ostruivano. Risolveremo il problema per il prossimo inverno. Intanto, utilizziamo altre fonti».
Castagna lavora per il Comune di Dobbiaco e per l’Associazione Turistica. «Lo scorso inverno la nostra neve l’abbiamo portata persino a Cortina, una ventina di chilometri di viaggio, ma poi il caldo ci ha Le quantità Con un carico riusciamo a realizzare 15-20 metri: la nostra nemica è la temperatura elevata
fermato». Quello che è curioso notare è il fatto che l’acqua che alimenta i cannoni per produrre la neve sgorga dallo stesso gruppo montuoso, la Croda dei Baranci, sia pur su versanti diversi, compreso tra Dobbiaco e San Candido, le cui sorgenti forniscono l’acqua poi imbottigliata sotto il nome di «Kaiserwasser» ossia Acqua dell’Imperatore. Altrettanto «imperiali» per il modo perfetto in cui sono realizzate con quell’acqua, sono le piste da fondo. In quota Un cannone spara neve artificiale: il processo fa sì che si verifichi — molto più velocemente — quello che avviene in natura. Il più grande è a Zermatt: 15 metri per 30 tonnellate (foto Cavicchi)