Il Baronetto scende dalla bici «Ho vissuto tutti i miei sogni»
Wiggins si ritira: fra tante vittorie e qualche ombra, è stato l’anti-Armstrong
Bradley Wiggins ce l’ha fatta. È stata dura, ma ieri il Baronetto è sceso dalla bicicletta. Per l’ennesima volta. Dopo l’addio alla Roubaix, alle pietre e alle corse di un giorno, quello alle corse a tappe, quello alla pista e quello alle Sei giorni, stavolta però ci siamo davvero. È stato un lungo addio quello di Wiggo, ma è giusto così, perché questo vecchio ragazzo cresciuto a Kilburn, prima periferia londinese, ha avuto tante vite, tante carriere in mondi così distanti tra loro, come quello dei velodromi e quello delle salite alpine del Tour, passando dalle Olimpiadi al pavé con classe, sentimento e uno spiccato rispetto per la storia del ciclismo.
Lui che è nato a Gand, con un padre pistard alcolizzato e assente, ha voluto correre per l’ultima volta proprio sulla mitica pista fiamminga. Per chiudere un cerchio, dopo una lunga rincorsa anche drammatica alla figura che indirettamente
Condizioni meteo avverse rovinano la Coppa del Mondo di sci e mandano a monte, soprattutto, i sogni degli italiani. A Santa Caterina Valfurfa, alla fine vince il vento: raffiche addirittura da 120 km orari, due postazioni televisive divelte e vani tentativi di rinviare la gara, abbassando lo start. La discesa, anche per questioni legate ai diritti televisivi, non è più recuperabile. Oggi il programma si completa con una combinata: il ruolo dell’Italia sarà da outsider. Fronte femminile. A Semmering va in scena un gigante sotto una bufera di neve e vento (ma in Austria, si sa, non si annulla mai...: la polemica è già decollata) e Mikaela Shiffrin ( foto) concede il bis, di nuovo sulla francese Worley. Terza la Rebensburg e niente podio stavolta per l’Italia: la Moelgg, ottava, e la Brignone, nona, sono le migliori. Sofia Goggia, invece, è di nuovo uscita nella prima manche. Oggi chiusura con uno slalom: la Shiffrin cerca il tris e la 12ª vittoria di fila tra i paletti.