Le ottantenni di «Funne»: l’umorismo contadino sfiora il sublime
non lo hanno mai visto. Funne, il film scritto e diretto da Katia Bernardi, ripercorre alcuni topoi della narrativa: il sogno inaspettato, la scoperta del mare, i modi per finanziare la spedizione… (Prima su Nove e poi su Real Time, martedì, ore 21.05).
E, tuttavia, la spontaneità delle interpreti è così fragrante che il racconto prende strade sconosciute. Per andare al mare gratis, servono innanzitutto soldi. La presidentessa decide con entusiasmo di dare il via alla raccolta fondi, ma le attività messe in campo non sempre si rivelano azzeccate. Comincia così l’avventura che le vede cucinare torte da vendere in paese, posare da modelle per un calendario e impegnate nel crowdfunding su Internet per raggiungere il proprio scopo: «E se vendessimo delle torte alla sagra del paese?»; «E se facessimo un calendario come i pompieri?»; «E se facessimo un “croadfanding” o quella roba lì che non so bene cos’è ma che è dentro l’Internèt?».
Ci sono anche momenti di scoramento, di resistenze («Il mare lo vediamo in televisione»; «Il mare fa male alla salute»; «Se viaggio devo portarmi una valigia di medicine»), ma alla fine il sogno si realizza. La parte meno riuscita del programma è la voce fuori campo, troppo smancerosa e costruita sull’insistita metafora delle anguille.