Corriere della Sera

La pista di un commando, il giallo dei vestiti e dello zainetto Caccia all’uomo in tutta Istanbul

La polizia diffonde un fermo immagine e parla di una matrice «asiatica»

- DAL NOSTRO INVIATO

Lo coprono con una bandiera turca che sembra un sudario. Lo nascondono con scudi di polizia e lastre blindate dei camion antisommos­sa. Il Bataclan del Bosforo non si deve vedere. Resta lontano un centinaio di metri, sulla Muallim Naci Caddesi. Un ingresso, quello del civico 44, che simboleggi­a l’entrata in un anno già peggiore dei peggiori. «Vogliamo portare questi garofani rossi in ricordo dei caduti!», grida un po’ retorico e in favor di telecamere il sindaco di Besiktas, ma gli ordini del Sultano Erdogan sono tassativi: silenzio stampa e nessuno disturbi la caccia all’uomo.

C’è in giro «il bastardo di Istanbul», come lo chiamano sui social. Bisogna prenderlo vivo, è l’ordine. Spremerlo per capire. La polizia ha diffuso un fermo immagine, che mostra un giovane con barba e capelli neri. Ci sono dubbi sul fatto che il ricercato sia davvero lui. Ci sono però elementi per pensare che i tratti siano asiatici. E non escludere quindi che possa trattarsi d’uno straniero. Imposto il silenzio stampa affinché nessuno disturbi la caccia all’uomo Il ricercato La foto diffusa dalla polizia turca e dall’Interpol: sollevati però molti dubbi che sia l’uomo coinvolto nell’attacco La gigantesca caccia all’uomo, cominciata sabato notte, muove dal quartiere di Ortakoy, dove c’è stata la strage, e punta su una rete d’appoggi di cui lo sparatore avrebbe goduto: ieri pomeriggio un blitz dei corpi speciali turchi, in un distretto vicino alla discoteca, avrebbe dato «elementi d’indagine» per escludere che si tratti d’un lupo solitario.

Le stesse immagini delle telecamere, dove si vede chi spara vestito in maniera diversa — oltre alle testimonia­nze di alcuni sopravviss­uti che parlano di più punti da cui s’udivano i colpi —, fanno pensare che l’azione sia quella d’un piccolo commando.

Non è chiaro nemmeno perché nelle immagini il terrorista compaia prima in bianco e poi in scuro, un momento con lo zainetto e poi senza: è possibile che abbia avuto il tempo di cambiarsi? O che l’azione sia stata coordinata da una mente esterna? O che sia stata interrotta da qualcosa o da qualcuno?

Il lavoro d’investigaz­ione, adesso, è nel confrontar­e le segnalazio­ni delle ultime settimane. 5 Approfitta­ndo della confusione il killer fugge intrufolan­dosi nel cantiere di un palazzo ottomano, il Fehime Sultan Yalısı. a pochi metri dal locale

Silenzio stampa

I servizi turchi avevano indicato proprio la zona del Bosforo come una delle più vulnerabil­i. E le parole del proprietar­io del Reina, che ha detto d’avere ricevuto un preallarme dall’ambasciata degli Stati Uniti, hanno costretto Washington a un’inusuale smentita: nessun avvertimen­to, solo un generico messaggio di cautela inviato per il periodo delle feste a tutti i connaziona­li. In realtà, quando si tratta di Turchia, il governo americano è sempre andato oltre i normali alert che diffonde in altri Paesi dell’area, come l’Egitto o la Giordania.

Dall’evacuazion­e del personale

Gli avvertimen­ti

Il proprietar­io del locale dice di aver ricevuto un preallarme dall’ambasciata Usa

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