Corriere della Sera

«Non si vede più la luce Il governo è impotente e nulla ci viene spiegato»

- Monica Ricci Sargentini

«DAvvicinar­si a Putin ha fatto della Turchia un obiettivo dei jihadisti Il possibile ingresso di Ankara nella Ue non esiste più. E sulla Nato sarà costretta a scegliere

a un punto di vista sociologic­o questo attacco è più devastante degli altri perché è arrivato mentre la gente provava a ripartire con un anno nuovo. Ora è crollata ogni possibilit­à di vedere la luce alla fine del tunnel». Non è affatto ottimista Cengiz Aktar, professore di Scienze politiche, un passato nelle Nazioni Unite e nell’Unione Europea. «Il problema — dice al Corriere — è che la gente sembra ormai rassegnata a questo nuovo clima. Ormai siamo un Paese del Medio Oriente. Non si ha il tempo di piangere i morti che ne arrivano di nuovi».

Il governo promette ogni volta che il terrorismo verrà sconfitto ma gli attentati continuano. Sbaglia strategia?

«Le autorità sembrano assolutame­nte impotenti e non si prendono nessuna responsabi­lità. Il governo tiene la popolazion­e all’oscuro di tutto. L’Akp impedisce di istituire una Commission­e di inchiesta in Parlamento. Così di molti attentati non sappiamo nulla, come quello di Suruc nel 2015».

Questa volta l’obiettivo è stato una discoteca in cui si brindava al nuovo anno, una festa già messa sotto accusa dal direttore degli Affari Religiosi Mehmet Görmez. È un caso?

«È vero che c’era molta tensione intorno alle celebrazio­ni perché il direttore della Diyanet, un organismo religioso molto vicino al governo, aveva dichiarato illegittim­i i festeggiam­enti per il 2017 nel sermone del venerdì che raggiunge 80 mila moschee in tutta la Turchia».

Il premier Yildirim ha detto che nessun Paese è al sicuro dal terrorismo e che non si può applicare una misura diversa a seconda di chi è colpito. A cosa alludeva?

«È chiaro che tutti siamo vulnerabil­i ma qui c’è il problema di un gruppo dirigente che diventa meno credibile di giorno in giorno. Ai proclami dopo ogni attentato non seguono i fatti e noi cittadini viviamo in un black out costante».

Quanto ha influito la politica estera di Erdogan?

«Sicurament­e un effetto lo ha avuto il cambio di politica in Siria quando Erdogan si è avvicinato a Putin e ha smesso di appoggiare i jihadisti. Questo ha fatto della Turchia un obiettivo potenziale dei jihadisti siriani».

La Turchia è in stato di emergenza dal fallito colpo di Stato del 15 luglio scorso e questo porta a un deterioram­ento costante del rispetto dei diritti umani. Ci sarà un momento in cui le purghe finiranno?

«Non credo, è l’unico modo per Erdogan di assicurars­i la presidenza a vita. Questo è uno dei peggiori governi al mondo per quanto riguarda la libertà di espression­e e di stampa. Qui non si può più parlare di diritti umani».

Come vede le relazioni della Turchia con la Nato, gli Usa e la Ue nel 2017?

Il possibile ingresso di Ankara nella Ue non esiste più. Per quanto riguarda la Nato penso che se la Turchia continuerà ad avvicinars­i alla Russia sarà costretta a scegliere».

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Dopo I primi soccorsi dopo la strage di Capodanno nella discoteca(Ap)
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Cengiz Aktar Professore di Scienze politiche, 61 anni, ha lavorato per le Nazioni Unite e l’Ue

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