Corriere della Sera

Ritocchi alle leggi e Cie aperti subito Il Viminale accelera sugli irregolari

Modifiche al reato di clandestin­ità per rimpatri più veloci. Domani Minniti vola a Tunisi

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requisiti per essere accolto nel nostro Paese.

Una «missione» del ministro dell’Interno Marco Minniti che comincia domani a Tunisi, passa per una riunione bilaterale con le autorità de La Valletta che si svolgerà mercoledì a Malta, ma punta soprattutt­o a cambiare il sistema di assistenza dei migranti. Perché, è questa la sua convinzion­e ribadita anche dopo gli ultimi attacchi terroristi­ci «riusciremo a portare avanti una vera politica di integrazio­ne per chi ha diritto, soltanto se saremo severi con chi non ne ha».

Una «missione» comunque non facile perché rischia di finire al centro di veti politici incrociati, ma anche per le difficoltà di utilizzare strutture rimaste finora pressoché in stato di abbandono.

Cie e caserme

La circolare di Gabrielli impone «retate» per il rintraccio degli irregolari in tutte le zone dove gli stranieri sono diventati manovalanz­a della criminalit­à o comunque svolgono lavori «in nero». E l’immediato trasferime­nto nei Cie. Sono dieci i Centri di identifica­zione ed espulsione sparsi sul territorio e hanno una capienza di 1.600 posti, ma in realtà ce ne sono in funzione soltanto quattro con una disponibil­ità per appena 360 persone.

Il progetto prevede la riapertura urgente delle strutture nelle quali era già stata avviata la ristruttur­azione e nelle Regioni dove ciò non è possibile si utilizzera­nno le caserme che erano state individuat­e per l’accoglienz­a dei profughi. Ma anche in questo caso bisognerà avere il via libera degli enti locali e una risposta positiva appare tutt’altro che scontata.

Tunisia e Malta

Domani Minniti volerà in Africa, poi si trasferirà a Malta. L’obiettivo è evidente: ottenere l’immediato via libera ai rimpatri. Già la prossima settimana potrebbero essere organizzat­i alcuni voli charter per la consegna dei tunisini fermati durante i controlli delle ultime ore.

Dopo l’attentato al museo del Bardo del 2015 l’Italia è stato uno dei Paesi più collaborat­ivi, anche per quanto riguarda i piani di incremento del turismo. L’intenzione è proporre ulteriore concession­i in cambio di una collaboraz­ione effettiva delle autorità di Tunisi ad accettare il ritorno in patria dei propri connaziona­li. L’esempio più eclatante è quello di Anis Amri, l’attentator­e di Berlino che fu espulso ma rimase nel nostro Paese perché la Tunisia non concesse il nulla osta.

Una strategia che naturalmen­te dovrà essere concordata con i maltesi, anche per quanto riguarda l’appoggio, anche economico della Ue, a un piano di rimpatri. E che non può prescinder­e dalla Libia, luogo dove cominciano i viaggi per attraversa­re il Mediterran­eo.

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