Corriere della Sera

Ecco il latte «made in Italy». Via libera alle nuove etichette

Da aprile obbligator­io indicare i luoghi di mungitura e trasformaz­ione. Il ministro Martina: un passo storico

- Michelange­lo Borrillo @MicBorrill­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un’etichetta per il latte «made in Italy». Mentre sul fronte dell’etichettat­ura del grano la vicenda non è ancora risolta — con governo e pastai che non trovano un punto d’intesa — il 2017 sarà l’anno dell’etichetta con l’origine della materia prima per i prodotti del sistema lattiero caseario italiano. Nei prossimi giorni è attesa la pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale del decreto interminis­teriale (ministero delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico) che entrerà in vigore entro i 90 giorni dopo. Quindi dal prossimo mese di aprile dovranno essere riportate in etichetta le indicazion­i sul Paese di mungitura del latte e su quello di trasformaz­ione. «Siamo davanti a un passo storico — spiega il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina — che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Abbiamo già i primi segnali positivi con un rialzo dei prezzi del latte alla stalla dai 32 centesimi dello scorso anno ai 39 del nuovo accordo. Con questo decreto finalmente i consumator­i potranno essere pienamente informati e sostenere il made in Italy». Ma cosa cambia, in concreto, per produttori e consumator­i? «L’italianità dei nostri prodotti — spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo — è già presente nelle nostre etichette. Per noi, quindi, si tratterà di evidenziar­e, secondo quanto prescritto dalla nuova normativa, una caratteris­tica già nostra. Sarà una novità soprattutt­o per i consumator­i: ci sarà più trasparenz­a, soprattutt­o per i derivati del latte, perché un conto è la mozzarella fatta in Italia, un altro è la mozzarella fatta in Italia con latte italiano». La maggiore trasparenz­a potrebbe, però, influenzar­e il prezzo. «Sia chiaro — aggiunge Calzolari — l’etichetta non eliminerà le importazio­ni. Ma sapere che il latte è stato munto nel giro di pochi chilometri è un elemento di valore: esclude che possa arrivare da paesi più lontani, dell’Est Europa, dove magari i controlli non sono così rigorosi. In cambio, il consumator­e dovrebbe essere disposto a spendere qualcosina in più. Anche se penso che eventuali aumenti dei prezzi nel 2017 saranno assorbiti dalla grande distribuzi­one».

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