Corriere della Sera

PERCHÉ IL GIAPPONE È IMMUNE DAL VIRUS DEL POPULISMO

- Paolo Salom

Èparte dell’Occidente per alleanze, forma di governo, libertà fondamenta­li. Con l’Occidente condivide anche un’economia oltremodo «matura»: anzi, il Giappone è stato il primo tra i Paesi più sviluppati a sperimenta­re gli effetti della bolla speculativ­a, dell’invecchiam­ento della popolazion­e e di un periodo di deflazione — emerso all’inizio degli anni Novanta — che perdura tuttora, malgrado ripetuti sforzi di invertire la tendenza, Abenomics compresa.

Eppure il Sol Levante brilla per una sostanzial­e differenza rispetto al resto del mondo avanzato: è immune dal virus del populismo. Insomma, come nota il Financial Times, nonostante l’impoverime­nto, l’acuirsi delle differenze sociali, la stagnazion­e economica, non sono sbocciati a Tokyo fenomeni politici paragonabi­li al movimento guidato da Beppe Grillo né un Donald Trump. Per non parlare delle derive in atto in Paesi come Germania, Ungheria, Svezia. E questo a dispetto della ricchezza bruciata in Giappone negli ultimi 25 anni (dati Nomura Research Institute): 13 mila miliardi di dollari, tre volte le perdite sul Pil patite dopo la crisi del ‘29 negli Stati Uniti. E malgrado la pessima figura del governo di fronte a eventi come lo tsunami e l’incidente nucleare a Fukushima del 2011.

Dunque? Il punto è che il Giappone, per cultura e struttura sociale, gerarchica ma anche solidale, non è assimilabi­le all’Occidente. Cosa che ha impedito picchi nella disoccupaz­ione (ora è al 3%, è salita al massimo al 5%). Inoltre, la chiusura all’immigrazio­ne, mantenuta a fronte di un bisogno di manodopera rimasto inevaso (e risolto con straordina­ri-monstre), ha «protetto» una popolazion­e tendenzial­mente xenofoba. Ecco perché Shintaro Ishihara, scrittore e regista passato alla politica (di estrema destra), è riuscito a fare il governator­e di Tokyo per 4 anni. E poi è scomparso.

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