CAPODANNO
Nella maggior parte del mondo occidentale il Capodanno (primo giorno dell’anno) è celebrato il primo gennaio del calendario gregoriano, calendario basato sull’anno solare e introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582. Diverse chiese ortodosse seguono invece il calendario giuliano, promulgato da Giulio Cesare nel 46 a. C.: secondo questo calendario, l’inizio dell’anno viene celebrato nel giorno corrispondente al 14 gennaio gregoriano. Il rito del nostro Capodanno trae origine dai festeggiamenti in onore del dio romano Giano, dal quale prende il nome il mese di gennaio. di altri mesi come Ramadan o il mese in cui si svolge il pellegrinaggio alla Mecca.
Le celebrazioni connesse, quindi, hanno per i musulmani un valore e un significato religioso ridotto, legato a usanze locali. Nessun significato ha ovviamente il Capodanno del calendario gregoriano, anche se è diffuso ovunque ormai, anche nei Paesi islamici.
Nella rivendicazione dell’attentato di Istanbul, l’Isis ha dichiarato che «un eroico soldato del califfato ha colpito una delle più famose discoteche in cui i cristiani celebrano la loro festività apostata». Attaccare il Capodanno celebrato il primo gennaio è quindi attaccare una ricorrenza che si considera cristiana e occidentale, e quasi imposta al mondo islamico.
Più che il suo significato religioso, è però il suo carattere di celebrazione collettiva che dà fastidio. È la promiscuità che genera, come per lo sport, che incontra la condanna di certo Islam tradizionalista e salafita, e diventa pretesto per attacchi di terroristi. Più che il suo debole significato religioso è quindi la forza globalizzante del Capodanno a dar fastidio a chi non vuole tutto ciò o se ne sente escluso.