La minoranza dice no a Orfini: sulle urne seguiamo il Colle
La tentazione di votare entro aprile scatena nel Partito democratico la prima rissa del 2017. L’intervista di Matteo Orfini al Corriere ha fatto infuriare la minoranza, dopo che Roberto Speranza aveva concesso tempi lunghi al governo Gentiloni. Per Nico Stumpo il presidente del Pd ha commesso «un errore duplice» differenziandosi dalla linea di Mattarella: «Rompe una consuetudine con la presidenza della Repubblica». La sinistra dem ritiene «improvvida» l’ipotesi di andare alle urne con la legge che risulterà dal pronunciamento della Consulta. «Il Pd farebbe bene a seguire le indicazioni di Mattarella», consiglia Miguel Gotor. E Stumpo: «Con le teorie machiste non si arriva a niente». Ma Matteo Orfini conferma la linea del Nazareno, per lui «il messaggio del presidente Mattarella sulla legge elettorale non va solo ascoltato, ma applicato». Come? Trattando e portando un testo in Parlamento: «Noi vogliamo iniziare subito la discussione, vedremo chi ci starà». Davide Zoggia insinua che i ragionamenti «fuori dalla ragionevolezza» di Orfini siano «utili a qualche movimento interno» e Beppe Fioroni rivela il disappunto del Quirinale: «Orfini faccia bene il presidente del Partito democratico, che a fare il presidente della Repubblica in maniera egregia ci pensa Mattarella». A mettere pace ci prova Lorenzo Guerini: «L’iniziativa del Pd per un confronto immediato sulla legge elettorale è il modo più serio per raccogliere gli auspici del discorso di fine anno». Un appello, magari un po’ brusco, a Forza Italia: «Sottrarsi al confronto significa, questo sì, non raccogliere l’invito alla responsabilità».