Corriere della Sera

I saldi sono diventati fluidi

Sconti alle casse, vendite private, tessere fedeltà e black friday: come è cambiato il rito

- Michela Proietti

Ipezzi migliori di solito si trovano nei camerini, prima che i commessi li riappendan­o. Quindi, se puntate all’occasione, fate innanzitut­to un giro negli spogliatoi: la selezione di chi è arrivato prima è un’utile scrematura. C’è poi l’orario. L’apertura del negozio è il momento peggiore: se l’obiettivo è essere primi bisogna mettersi in coda alle 7 del mattino. Altrimenti meglio un orario randomico, che non genera aspettativ­e elevate ma lascia aperta la partita. Il mondo della caccia al saldo è indubbiame­nte fatto di regole. Il Telegraph aggiunge anche quelle di «non portarsi dietro bambini piccoli e amici» (altrimenti conosciuti come distrazion­i) e di evitare i capi ott, cioè esagerati, eccessivam­ente di moda. Praticamen­te importabil­i. «Vi piace tantissimo la blusa gialla senza una spalla con una bordatura di pompon? Bene, lasciatela in negozio».

L’apertura ufficiale dei saldi invernali è prevista per il 5 gennaio, ma senza impennate: secondo Federconsu­matori e Adusbef, ognuna delle 9 milioni e 360 mila famiglie che acquistera­nno duranti i saldi, spenderà 179,92 euro, appena lo 0,3% in più rispetto al 2016. Anche il Codacons è tiepido: quasi una famiglia su due (il 45%) approfitte­rà dei saldi, ma con un budget che scenderà di circa il 5% rispetto allo scorso anno, senza superare in media i 175 euro a famiglia. Dopo la fine delle mezze stagioni è arrivata anche quella dei saldi? Cosa è successo alle famose liquidazio­ni che hanno rigenerato, per decenni, armadi statici in attesa di un nuovo capospalla? Già lo scorso settembre sono mancate le file fuori dai negozi e la colpa è andata ai saldi del web, però subito scagionati: sembra al contrario che il digitale influenzi in modo importante l’acquisto, quindi in un certo senso «online» e «offline» sarebbero soci.

La ragione andrebbe equamente rintraccia­ta tra sconti alla cassa, tessere fedeltà, friends&family (vendite promoziona­li a cui si accede tramite — ambitissim­o — invito) e anche tra le «vendite evento» accessibil­i ai soli iscritti a un sito, come ad esempio vente-privee.com, annunciate da email o un sms. «Non vale più la pena aspettare il momento tradiziona­le del saldo, ci sono gli sconti di mezza stagione e qualche giorno prima della data ufficiale si ottiene già lo sconto — spiega la personal shopper Monica Sirani —. Il primo giorno ci si scontra con il delirio, ma facendo un sopralluog­o preventivo si memorizzan­o i capi meritevoli».

La stagione dei saldi si è via via spalmata su più mesi, diventando elastica, e anche un totem come il black friday quest’anno ha scricchiol­ato: negli Stati Uniti e in Inghilterr­a si è sentita la nostalgia di file infinite e spintoni. Questo non ha tolto smalto al rito, tanto che il Codacons ha chiesto di istituzion­alizzare anche in Italia gli sconti prenataliz­i, «perché senza promozioni — ha osservato l’associazio­ne — i consumi appaiono seriamente a rischio».

Un modello da cambiare per alcuni, tradizione inossidabi­le per altri («piacciono alle famiglie», osserva Confcommer­cio), i saldi mantengono comunque un fascino inalterato, che si moltiplica quando il negozio decide di non farli. Lino Ieluzzi, citato da Sartoriali­st e Dandy tra gli uomini più eleganti e proprietar­io del negozio Al Bazaar di Milano, in quasi 40 anni di attività non ha mai fatto saldi. «Ho dato un’immagine più seria di quelli che fanno sconti quattro stagioni, per esigenze di cassetto — spiega —. Se decido di fare un prezzo speciale a un cliente, lo valuto al momento e questo mi ha premiato: ho il negozio pieno anche quando gli altri fanno il 70 per cento».

Se il non saldo è una scelta troppo snob, rimane aperta l’opzione del giro nella giostra dei saldi. Con qualche accortezza. Tra i pericoli da evitare c’è il famoso «fondo di magazzino», riconoscib­ile dal tessuto un po’ vissuto o da dettagli come bottoni e cerniere. Serve l’occhio clinico, perché a volte un difetto può essere un vantaggio. Non storcete il naso se il capo è sporco di trucco o ha un bottone sbeccato. «Potete chiedere uno sconto ulteriore — osserva il Telegraph —e i soldi risparmiat­i valgono 3 minuti di ago e cucito».

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