LA TREGUA DIFFICILE TRA FISCO E CITTADINI
Il Fisco, per definizione, è materia delicata. E, spesso, molto complicata. Dentro l’incertezza di una circolare, di un comma, si possono nascondere le peripezie del contribuente più onesto e disponibile verso i suoi doveri tributari. E l’ultimo dato sulla rottamazione delle cartelle esattoriali dovrebbe far riflettere: oltre 100 mila persone si sono messe in fila per aderire alle nuove regole che consentono (fino al 31 marzo) di rottamare le cartelle Equitalia, con la riduzione delle sanzioni e degli interessi da parte dello Stato. Una piccola tregua (che alcuni considerano una sorta di condono). Un segnale. Che allenta la pressione sul fronte delle imposte e che dimostra almeno una cosa: una crescente voglia di normalità nel rapporto tra i cittadini e le tasse. La scelta di ridurre gli oneri e gli interessi altro non è che l’ammissione, da parte dello Stato, che la corsa alle sanzioni sulle sanzioni, agli interessi sulle sanzioni, agli aggi, aveva forse raggiunto una soglia troppo elevata.
Certo, la lotta all’evasione resta un elemento centrale per uno Stato di diritto. E una salvaguardia necessaria per i conti pubblici. Ma quando le sanzioni diventano esorbitanti, il sistema può diventare iniquo. E persino inefficiente.
Forse è per questo che i contribuenti stanno aderendo alla rottamazione. Anche se il calendario corre e la tregua natalizia di Equitalia per l’invio delle cartelle sta per finire. Sono dunque in arrivo, a partire dalla prossima settimana, 380 mila atti.
Ecco allora il punto: certo le priorità del governo sono numerose ma cogliere il segnale che è arrivato in questi due mesi sarebbe un gesto di attenzione verso i cittadini. Con gli anni della crisi la pressione fiscale è salita gradualmente dal 41,5 al 42,3%. Via forse obbligata per garantire la tenuta dei conti. Ma le esigenze di finanza pubblica si possono conciliare con l’esigenza dei cittadini di non essere vessati da regole bizantine. E che si possa fare ne è una prova il modello 730 precompilato nel quale l’anno scorso hanno fatto il loro debutto anche le spese sanitarie e le spese universitarie. Come dire: gli sforzi per aumentare il gettito ed evitare ai furbetti (o furboni) delle imposte di farla franca possono combinarsi con il rendere meno gravosa la coabitazione con le imposte per tutti gli altri. E un’occasione preziosa, da non sprecare, sarà l’addio a Equitalia, previsto per luglio.
A un certo punto questa sigla è diventata sinonimo di tutto quello che non funziona in campo fiscale. E come spesso accade ci si è dimenticati che la società, che fa capo in modo indiretto al ministero
Orizzonte La lotta all’evasione resta un elemento centrale per uno Stato di diritto
dell’Economia e delle Finanze, in questi anni ha solo applicato la legge.
Sarà dunque decisiva la modalità nella quale avverrà il passaggio di consegne, dal momento che la rottamazione di Equitalia non significherà la fine dell’obbligo di versare le imposte ma soltanto il cambio del sistema di riscossione. Un equivoco che nei giorni della protesta in molti hanno cavalcato. Dunque la semplificazione fiscale potrebbe partire proprio da lì, per rendere meno gravoso l’onere dei contribuenti (tenuti naturalmente all’obbligo di versare le imposte). Più volte il Fisco ha, ad esempio, dimenticato il principio della non retroattività delle nuove imposte. Un criterio di civiltà
Paradosso Se le sanzioni diventano esorbitanti il sistema può diventare iniquo
giuridica che per esigenze di finanza pubblica si è arrivati a dimenticare.
Sarebbe utile che nel nuovo percorso di semplificazione non venisse più violato. Poi sarà valida una regola semplice semplice: più sarà efficiente il sistema di riscossione meno sarà costoso mantenerlo. Un esempio? Per chi saldava i conti con il fisco oltre 60 giorni dalla notifica, fino al 2015, l’importo dovuto era pari all’8% (80 euro su mille di debito). Da gennaio scorso si è scesi al 6%. Un taglio consistente. Ma è probabile che con un sistema ancora più efficente gli oneri possano scendere ancora. Se le tasse è un dovere versarle, gli oneri aggiuntivi spesso dipendono da una macchina che fa pagare ai contribuenti alcune sue incapacità burocratiche. E questo, se si vuole imboccare al strada della normalità e non dell’emergenza permanente, è un percorso necessario. Nell’interesse dei contribuenti e dello Stato.