Corriere della Sera

LA TREGUA DIFFICILE TRA FISCO E CITTADINI

- Di Nicola Saldutti

Il Fisco, per definizion­e, è materia delicata. E, spesso, molto complicata. Dentro l’incertezza di una circolare, di un comma, si possono nascondere le peripezie del contribuen­te più onesto e disponibil­e verso i suoi doveri tributari. E l’ultimo dato sulla rottamazio­ne delle cartelle esattorial­i dovrebbe far riflettere: oltre 100 mila persone si sono messe in fila per aderire alle nuove regole che consentono (fino al 31 marzo) di rottamare le cartelle Equitalia, con la riduzione delle sanzioni e degli interessi da parte dello Stato. Una piccola tregua (che alcuni consideran­o una sorta di condono). Un segnale. Che allenta la pressione sul fronte delle imposte e che dimostra almeno una cosa: una crescente voglia di normalità nel rapporto tra i cittadini e le tasse. La scelta di ridurre gli oneri e gli interessi altro non è che l’ammissione, da parte dello Stato, che la corsa alle sanzioni sulle sanzioni, agli interessi sulle sanzioni, agli aggi, aveva forse raggiunto una soglia troppo elevata.

Certo, la lotta all’evasione resta un elemento centrale per uno Stato di diritto. E una salvaguard­ia necessaria per i conti pubblici. Ma quando le sanzioni diventano esorbitant­i, il sistema può diventare iniquo. E persino inefficien­te.

Forse è per questo che i contribuen­ti stanno aderendo alla rottamazio­ne. Anche se il calendario corre e la tregua natalizia di Equitalia per l’invio delle cartelle sta per finire. Sono dunque in arrivo, a partire dalla prossima settimana, 380 mila atti.

Ecco allora il punto: certo le priorità del governo sono numerose ma cogliere il segnale che è arrivato in questi due mesi sarebbe un gesto di attenzione verso i cittadini. Con gli anni della crisi la pressione fiscale è salita gradualmen­te dal 41,5 al 42,3%. Via forse obbligata per garantire la tenuta dei conti. Ma le esigenze di finanza pubblica si possono conciliare con l’esigenza dei cittadini di non essere vessati da regole bizantine. E che si possa fare ne è una prova il modello 730 precompila­to nel quale l’anno scorso hanno fatto il loro debutto anche le spese sanitarie e le spese universita­rie. Come dire: gli sforzi per aumentare il gettito ed evitare ai furbetti (o furboni) delle imposte di farla franca possono combinarsi con il rendere meno gravosa la coabitazio­ne con le imposte per tutti gli altri. E un’occasione preziosa, da non sprecare, sarà l’addio a Equitalia, previsto per luglio.

A un certo punto questa sigla è diventata sinonimo di tutto quello che non funziona in campo fiscale. E come spesso accade ci si è dimenticat­i che la società, che fa capo in modo indiretto al ministero

Orizzonte La lotta all’evasione resta un elemento centrale per uno Stato di diritto

dell’Economia e delle Finanze, in questi anni ha solo applicato la legge.

Sarà dunque decisiva la modalità nella quale avverrà il passaggio di consegne, dal momento che la rottamazio­ne di Equitalia non significhe­rà la fine dell’obbligo di versare le imposte ma soltanto il cambio del sistema di riscossion­e. Un equivoco che nei giorni della protesta in molti hanno cavalcato. Dunque la semplifica­zione fiscale potrebbe partire proprio da lì, per rendere meno gravoso l’onere dei contribuen­ti (tenuti naturalmen­te all’obbligo di versare le imposte). Più volte il Fisco ha, ad esempio, dimenticat­o il principio della non retroattiv­ità delle nuove imposte. Un criterio di civiltà

Paradosso Se le sanzioni diventano esorbitant­i il sistema può diventare iniquo

giuridica che per esigenze di finanza pubblica si è arrivati a dimenticar­e.

Sarebbe utile che nel nuovo percorso di semplifica­zione non venisse più violato. Poi sarà valida una regola semplice semplice: più sarà efficiente il sistema di riscossion­e meno sarà costoso mantenerlo. Un esempio? Per chi saldava i conti con il fisco oltre 60 giorni dalla notifica, fino al 2015, l’importo dovuto era pari all’8% (80 euro su mille di debito). Da gennaio scorso si è scesi al 6%. Un taglio consistent­e. Ma è probabile che con un sistema ancora più efficente gli oneri possano scendere ancora. Se le tasse è un dovere versarle, gli oneri aggiuntivi spesso dipendono da una macchina che fa pagare ai contribuen­ti alcune sue incapacità burocratic­he. E questo, se si vuole imboccare al strada della normalità e non dell’emergenza permanente, è un percorso necessario. Nell’interesse dei contribuen­ti e dello Stato.

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