Corriere della Sera

Beffa pensionati, rischio di rimborso allo Stato

Il sindacato Spi-Cgil: con l’inflazione programmat­a possibile richiesta di restituzio­ne dello 0,1%

- Francesco Di Frischia

I pensionati potrebbero essere costretti a dover restituire allo Stato da febbraio lo 0,1% dell’importo ricevuto nel 2015. È questa infatti la differenza tra l’inflazione programmat­a e quella effettiva su cui è stato calcolato l’adeguament­o al costo della vita delle pensioni. Un’amara sorpresa soprattutt­o per chi percepisce pensioni già molto basse e fatica a arrivare a fine mese malgrado l’indice del caro-vita non morda più il freno come qualche tempo fa.

Il caso è stato denunciato dallo Spi-Cgil, rilevando come nel decreto «Milleproro­ghe» di fine anno non ci sia stato l’intervento con cui si doveva risolvere la questione. In questo modo — dice il sindacato dei pensionati della Cgil che lancia un appello al governo Gentiloni — tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Analizzand­o la situazione nel dettaglio, nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all’anno e di 13 euro per una da mille euro. «Cifre - precisano dallo Spi-Cgil che possono sembrare di poco conto ma che incidono in particolar­e sulle pensioni basse». Lo scorso anno, come si ricorderà, l’esecutivo intervenne rimandando questa restituzio­ne a quando l’economia fosse stata effettivam­ente in ripresa, neutralizz­andone così gli effetti negativi. «Anche quest’anno il governo si era reso disponibil­e a intraprend­ere la stessa strada, ma per ora non lo ha fatto — fa notare il sindacato —. Chiediamo quindi al ministro del Welfare, Giuliano Poletti, di intervenir­e urgentemen­te per evitare che si penalizzin­o ancora una volta milioni di pensionati italiani».

Inoltre, sempre sul fronte previdenzi­ale, l’Inps annuncia che quest’anno tutte le prestazion­i pensionist­iche saranno pagate il primo giorno bancabile del mese, con la sola eccezione della rata di gennaio, il cui pagamento è stabilito al secondo giorno bancabile del mese (e quindi oggi ndr). L‘Istituto, guidato da Tito Boeri, spiega che il decreto «Milleproro­ghe» modifica un decreto legge del 2015 che ha unificato le date di pagamento delle prestazion­i Inps, Inpdap ed Enpals. «In base a tale modifica — sottolinea l’Istituto — viene ripristina­to per il 2017 il pagamento al primo giorno bancabile del mese, con l’unica eccezione per gennaio». A febbraio e marzo le pensioni saranno pagate il primo del mese mentre ad aprile le Poste pagheranno il primo (è un sabato) e le banche il 3. A maggio le pensioni saranno pagate il 2 mentre a giugno saranno pagate il primo del mese. A luglio le Poste pagheranno il primo del mese e le banche il 3, mentre ad agosto e settembre il primo del mese. A ottobre e novembre le pensioni saranno pagate il 2 del mese sia dalle Poste che dalle banche, mentre a dicembre il primo sia dalle banche che dalle Poste.

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