Corriere della Sera

Furlan (Cisl): il lavoro ai giovani? Ripensare voucher e tirocini ma sarebbe sbagliato cancellarl­i

- di Rita Querzé

Prima i giovani. Poi l’assegno di ricollocaz­ione per attuare quel pezzo di Jobs Act che è ancora sulla carta. Quindi il contratto del pubblico impiego. E guai a trascurare la previdenza. Questi i punti che la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan («segretaria con la A», precisa lei stessa) chiede al governo di mettere subito in agenda.

Per un governo che dovrebbe portarci al più presto a elezioni non sarà un’agenda troppo ricca?

«Non si può fermare il Paese. I partiti facciano propria l’agenda economica del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno: prima i giovani».

Come ha fatto notare Ferruccio de Bortoli ieri sul Corriere, nel terzo trimestre 2016 sono venuti a mancare 55 mila occupati tra i 15 e i 34 anni.

«Appunto. E giustament­e de Bortoli evidenzia il problema dei tirocini curricular­i non pagati dalle aziende».

Si parla di 200 mila ragazzi l’anno.

«Tanti. Troppi. Per non parlare della fuga dei cervelli. Tra 2008 e 2014 la perdita dei ragazzi che si sono trasferiti all’estero ci è costata 25 miliardi. Non possiamo più stare a guardare».

Garanzia Giovani?

«Non basta».

E i voucher? Il governo è pronto a modificarl­i, la Cgil con il referendum li vuole cancellare. La Cisl?

«Cancellarl­i del tutto no: contrastan­o il lavoro nero. È evidente però che c’è stato un abuso. Vanno modificati».

Il governo pare intenziona­to a seguire questa strada. Vi

Edilizia e agricoltur­a Da settori economici come edilizia e agricoltur­a, vanno del tutto eliminati

aspettate un coinvolgim­ento?

«Esatto. Il confronto con le parti sociali non solo è necessario ma porta risultati migliori».

Nel merito?

«Chiediamo che i voucher siano riportati a quello che erano in origine nella legge Biagi: strumenti da utilizzare solo in casi eccezional­i. In settori come edilizia e agricoltur­a, poi, non devono esistere».

La Cgil ha promosso un referendum sull’articolo 18. A breve sapremo dalla Consulta se si andrà a votare.

«Il battage sull’articolo 18 è molto ideologico. In questi anni di crisi l’articolo 18 “vecchia maniera” non ha salvato i posti di lavoro».

Resta il fatto che un eventuale referendum ricondurre­bbe tutto a un sì o a un no. Cosa scegliereb­be la Cisl?

«Nell’attesa che la Consulta decida, noi ci poniamo il problema di come far ripartire il Paese. Con il ministro dello Sviluppo Calenda è stato aperto un dialogo importante su industria 4.0».

Il 2016 è stato all’insegna di una ritrovata unità con Cgil e Uil. Insieme avete chiuso la riforma dei modelli contrattua­li dell’artigianat­o e di Confcommer­cio. Le divisioni con la Cgil sui referendum compromett­eranno il «patto della fabbrica» a cui state lavorando con Confindust­ria?

«A prescinder­e dai referendum, tutti abbiamo il senso di responsabi­lità necessario a capire che la questione del rinnovo del modello contrattua­le va affrontata subito anche con Confindust­ria. Per quanto ci riguarda, non ci saranno battute d’arresto».

Sono previsti nuovi incontri a viale dell’Astronomia dopo quello del 7 dicembre scorso?

«Certamente sì, decideremo l’agenda nella prima decade di gennaio. A proposito di giovani, con Confindust­ria abbiamo iniziato un dialogo importante. La formazione avrà un ruolo fortissimo. I fondi interprofe­ssionali possono essere utili per la formazione continua ma anche per investire nell’alternanza scuola-lavoro. L’investimen­to condiviso sulla formazione deve essere un pezzo importante del patto della fabbrica».

Tramite i fondi interprofe­ssionali le parti sociali vogliono avere un ruolo nelle politiche attive del lavoro. È così?

«Certo. Anche perché dal primo gennaio la mobilità non c’è più (l’assegno a sostegno di chi viene licenziato, ndr). Ma manca l’assegno di ricollocaz­ione. Siamo preoccupat­i. Abbiamo chiesto al ministro del Lavoro Giuliano Poletti di convocarci per vedere come gestire questa transizion­e».

Dopo l’accordo del 30 novembre con il governo Renzi il contratto del pubblico impiego resta da rinnovare.

«Va aperto subito il confronto. A breve per i dipendenti pubblici saranno otto anni senza contratto».

A proposito di giovani, anche il sindacato deve recuperare la loro fiducia. Quest’anno la Cisl va a congresso. Può essere un’occasione?

«Certo. Abbiamo deciso di riservare posti a giovani, immigrati e donne. In particolar­e nei consigli generali».

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Il commento di Ferruccio de Bortoli ieri sul Corriere su giovani e lavoro

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