Corriere della Sera

Ron: questa musica italiana è tutta uguale Il cantautore in gara a Sanremo con «L’ottava meraviglia»: «Al Festival il mio impegno contro la Sla»

- Andrea Laffranchi

Nella foto, Ron nel 1979 con Lucio Dalla durante il tour di «Banana Republic». Con loro c’era Francesco De Gregori

Il primo ricordo del primo Sanremo? «Sentire Ira Fürstenber­g pronunciar­e il mio nome in tv. Era il 1970, mi presentavo come Rosalino. Per la seconda serata decisero di aggiungere il cognome e lei annunciò Rosamare Cellarino. Uscì Mike Bongiorno per correggerl­a». Ron si prepara al suo settimo Sanremo, dove porterà «L’ottava L’onda di polemiche legate al bagarinagg­io online travolge anche il mondo della musica classica. Il Codacons ha presentato un esposto alla procura di Milano denunciand­o l’impossibil­ità di acquistare biglietti online per la Scala, così come è avvenuto per alcuni concerti di musica leggera. «Per La traviata (nella foto Anna Netrebko, nel cast dello spettacolo) che si terrà tra il 28 febbraio e il 14 marzo — sostiene l’associazio­ne dei consumator­i — molti cittadini hanno segnalato l’impossibil­ità di acquistare online i biglietti per assistere all’evento». Un caso che fa tornare alla memoria il recente episodio legato ai Coldplay, quando i fan della band inglese non riuscirono ad palco come se fosse uno dei tanti concorsi di voci nuove che avevo fatto. Rivedendo il filmato mi stupisco ancora per la forza che avevo».

A Sanremo ci è andato anche come autore. Nel 1972 scrisse «Piazza Grande» per Lucio Dalla...

«Suonavo anche la chitarra e feci sbagliare l’orchestra mancando l’attacco. Lucio si voltò e, vedendomi disperato, sorrise».

Nel ‘96 la vittoria, assieme a Tosca, con «Vorrei incontrart­i fra cent’anni».

«In due si vive meglio, si dividono le tensioni. Non pensavamo alla vittoria e la sera della finale andammo tranquilla­mente al ristorante. Ci dovemmo preparare al volo quando ci avvisarono del podio».

Ci furono accuse di brogli per far vincere voi al posto di Elio e le Storie Tese. Le rovinarono il gusto?

«No, ma non ho mai capito perché Elio abbia infierito sul tema a distanza di anni».

L’ultimo Sanremo?

«Nel 2014. Non ho ricordi belli. Non ci sarei voluto andare, durante l’esibizione mi sentivo la bocca asciutta, si portavano due brani e venne eliminato quello cui tenevo... L’unico ricordo bello è Annalisa: talmente brava da sembrare in playback. Vorrei fare qualcosa con lei».

Cos’è per lei «L’ottava meraviglia»?

«Siamo tutti stressati, stanchi, bisognosi di tutto. L’ottava meraviglia è capire che un’altra persona può essere la tua salvezza. Ma non vado a Sanremo solo per la canzone. Spero di riportare attenzione sul tema della Sla dopo “La forza di dire sì”, album benefico con 24 duetti. Il 6 marzo farò un concerto a Milano con amici per raccoglier­e fondi».

Nel testo canta «nei miei occhi l’America, nei tuoi passi l’Oriente». E’ una metafora

Voce Ron (il cui vero nome è Rosalino Cellamare) è nato il 13 agosto del 1953 e ha iniziato a cantare nel ‘67

per il mondo che si divide?

«No, nasce da un’amica che ama quella parte del mondo. E io guardo veramente agli Stati Uniti. Al di là della politica, è un posto dove puoi trovare la tua occasione. La musica laggiù è un lavoro, da noi non sembra. Due anni fa mi sono proposto in una di quelle serate libere in un locale del Village di New York. Senza provino, senza sapere chi fossi, la direttrice mi ha accettato. Mi sono messo alla prova. Ho fatto “Anima” voce e chitarra. Sentivo l’attenzione del pubblico e alla fine sono arrivati pure i compliment­i».

E l’Italia?

«Sento tristezza e malinconia. Siamo un Paese che non fa nulla e questo mi preoccupa. Nella musica tutto suona allo stesso modo, non c’è coraggio di uscire dal seminato».

Allora che ascolta?

«Non mi lascio scappare nulla, sono rimasto troppo tempo legato solo alla musica west coast... Mi lascio trasportar­e da YouTube, anche se il rap non mi fa impazzire».

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