Corriere della Sera

Così sono fallite le espulsioni

Dossier del Senato: i Cie creano clandestin­i. Grillo: un favore a Mafia Capitale

- Di Giovanni Bianconi e Fiorenza Sarzanini Bonet, Iossa, Priante

«Centri e hot spot inefficaci. Producono clandestin­i invece di aiutare le espulsioni»: questi in sintesi i risultati della Commission­e diritti umani del Senato sui centri di identifica­zione ed espulsione. Il Viminale conferma le nuove regole: i Cie saranno strutture da cento posti vicino agli aeroporti. Grillo attacca: «Così si aiuta Mafia Capitale». Il ministro dell’Interno Minniti atteso a Tripoli nei prossimi giorni per concordare un percorso comune per fermare l’attività dei trafficant­i di uomini.

La linea non cambia: i Cie si faranno. Mentre Beppe Grillo attacca sostenendo che «questi Centri piacciono a “Mafia Capitale”» e monta la polemica politica sulla loro riapertura, il ministro Marco Minniti pianifica gli interventi urgenti. Anche perché sono ricomincia­ti gli arrivi, con 500 migranti salvati ieri pomeriggio nel Mediterran­eo, e migliaia di persone sono ammassate sulle coste libiche in attesa di partire verso l’Italia. Tra qualche giorno il titolare del Viminale andrà a Tripoli con l’obiettivo di siglare l’accordo per cercare di fermare i trafficant­i di uomini. E intanto si limitano le regolarizz­azioni: potrà iscriversi all’anagrafe soltanto chi ha un regolare permesso di soggiorno e non — come avviene adesso — chi è in attesa di conoscere il proprio destino.

Cento posti fuori città

Le nuove regole sono state fissate. Le strutture dove identifica­re gli irregolari per arrivare alla loro espulsione, dovranno essere piccole: 80, 100 posti al massimo. Ce ne sarà almeno una in ogni Regione, ma fuori dalle città, preferibil­mente vicino a uno scalo aeroportua­le. A controllar­e la regolarità delle procedure e soprattutt­o il rispetto dei diritti umani sarà delegato un garante. Quasi scontato che il coordiname­nto di queste verifiche venga affidato a chi già se ne occupa, il garante dei detenuti Mauro Palma che regolarmen­te effettua ispezioni sia nei Cie sia prima dei voli per i rimpatri visto che il suo compito è sovrintend­ere al trattament­o di chi è privato della libertà.

Si tratta con le Regioni

Per evitare nuove proteste e barricate dei cittadini sarà convocata la conferenza Stato-- Regioni. E così si cercherà di trovare una condivisio­ne individuan­do i luoghi ritenuti maggiormen­te idonei ad ospitare gli irregolari che attendono di essere riportati nel Paese d’origine. Un modello già seguito nell’accordo con l’Anci, l’associazio­ne dei Comuni, che si cercherà di far rispettare anche con incentivi economici. La cifra fissata è di 500 euro per migrante da assegnare a quelle amministra­zioni locali che hanno accettato di entrare nel sistema dell’accoglienz­a dei profughi.

La bordata di Grillo

Dopo le polemiche all’interno del Pd e le critiche della Caritas e dell’Arci, arriva l’attacco di Grillo. Che sul suo blog scrive: «Aprire un Cie per regione, come propone il Ministro Minniti, rallentere­bbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europea e della Corte Costituzio­nale in materia di diritti umani. È necessario identifica­re chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere rapidament­e gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggia­rli in inutili Cie spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari. Sono cose che il M5S afferma con buonsenso da anni. Gli irregolari identifica­ti dopo questo processo vanno subito rimpatriat­i, altro che riaprire i Cie che piacciono a “Mafia Capitale”».

Minniti a Tripoli

Nei prossimi giorni il ministro dell’Interno sarà ricevuto a Tripoli per concordare un percorso comune che serva a fermare l’attività dei trafficant­i di uomini, fermando le partenze. Nel corso del negoziato avviato nelle scorse settimane le autorità libiche avevano chiesto al governo la concession­e di aiuti che vanno dalle autovettur­e e i macchinari per il pattugliam­ento di coste e confini terrestri, alle motovedett­e per la guardia costiera. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha confermato che la Marina Militare ha avviato la procedura per addestrare la Guardia Costiera libica e anche la polizia potrebbe essere impiegata per l’addestrame­nto dei colleghi locali proprio come avveniva quando il regime era guidato dal colonnello Gheddafi e l’Italia garantiva piena collaboraz­ione.

500 nuovi arrivi

Nonostante le condizioni del mare non siano ottimali, sono ripresi i viaggi verso la Sicilia. Sono 131 i migranti soccorsi dalla nave Gregoretti della Guardia costiera, mentre l’imbarcazio­ne della Ong Sos Méditerran­ée Aquarius ha portato a terra 386 stranieri. È soltanto il primo di una serie di sbarchi annunciati per i prossimi giorni visto che le notizie provenient­i dalla Libia parlano di migliaia di persone in attesa di imbarcarsi.

La nuova figura Sarà delegato un garante per vigilare su procedure e rispetto dei diritti umani

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Fonte: ministero dell’Interno Corriere della Sera

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