Corriere della Sera

Chi ha paura di vestire la futura First Lady?

La signora Trump indossa un vestito di Dolce e Gabbana. Loro ringrazian­o. E sui social è un caso

- Daniela Monti

«È stata una sorpresa anche per me. Ho visto la foto su un sito inglese e mi sono detto: ma è un nostro abito! Perché sia chiaro: Melania quel tubino nero se lo è comprata da sola, non so neppure dove, se in un nostro negozio o in un department store. Così ho postato l’immagine su Instagram, ringrazian­dola per la scelta. Cosa avrei dovuto fare? Dire: “Lei no, prego, si tolga il mio vestito”? Io non discrimino nessuno e cerco di rispettare tutti, ma questo non vuole dire essere d’accordo con le loro idee», spiega Stefano Gabbana da Saint Barth, metà vacanza e metà viaggio di lavoro (c’è da presenziar­e all’apertura di una boutique).

Risultato: sono volati insulti sui social. A innescare la pioggia acida è stato il ringraziam­ento dello stilista alla First lady americana, che ha indossato un abito della griffe milanese al party di Capodanno a Palm Beach, in Florida. Lei ha messo l’abito, Gabbana le ha teso la mano: ce n’è abbastanza per sollevare un polverone.

Perché la questione è meno frivola di quanto si pensi: la crociata di un folto gruppo di stilisti — americani ma non solo — contro la First lady è una delle più eclatanti manifestaz­ioni di «resistenza» di una parte dell’America all’ascesa di Donald Trump. Tutti a prendere le distanze — in testa Tom Ford e Marc Jacobs, per anni mente creativa di Louis Vuitton, con la francese Sophie Theallet che aveva un feeling con Michelle Obama a fare da capocordat­a — come se vestire Melania significas­se compromett­ersi con le scelte politiche del marito.

In questo clima da guerra fredda, arrivano le immagini della signora Trump che festeggia il nuovo anno fasciata in un abitino della collezione Cruise di Dolce e Gabbana. E i due stilisti italiani che fanno? Invece di starsene zitti, quasi si dovessero vergognare di quella scelta — come hanno fatto alcuni loro colleghi americani quando la First lady si è arrogata il diritto di mettersi i loro vestiti, acquistati sempre con i propri soldi — hanno approvato. «Melania Trump #DGwoman

thank you #madeinital­y», ha scritto Gabbana su Instagram.

Quel commento ne ha richiamati parecchi altri: più di un migliaio, con 13 mila like. Non tutti hanno apprezzato. Nel migliore dei casi, gli hanno dato dell’ignorante: «Ma non capisci che l’elezione di Trump ha lacerato il nostro Paese?». Lo hanno attaccato: «Ma non ti vergogni a sostenere una donna come Melania?». Lo hanno minacciato: «Non compreremo mai più un Dolce e Gabbana». E lui ha replicato: «Di fans ignoranti non so che farmene», tanto che un sito americano ha sintetizza­to così l’intera vicenda: «Stefano Gabbana va in guerra con i suoi seguaci su Instagram dopo aver lodato Melania Trump».

L’accusa: «normalizza­re» la coppia presidenzi­ale, contribuir­e cioè a «umanizzare» un’amministra­zione messa sotto processo come minaccia ai diritti di donne, minoranze, immigrati. «Non sono americano, non giudico le persone dallo schieramen­to politico, è la moglie del presidente e questo mi basta: è una donna a cui molte guardano», spiega Gabbana, per nulla pentito del commento controcorr­ente postato sui social («pentito? E di che? Non capisco chi butta tutto in politica. Facciamo vestiti, chi ci crediamo di essere? Io non penso di essere proprio nessuno, altri stilisti non so»).

Così si arriva alla domanda che ora tiene banco sui media anglosasso­ni: indosserà un abito di Dolce e Gabbana Melania Trump all’inaugurazi­one del mandato presidenzi­ale del marito, il 20 gennaio a Washington? Più che una curiosità, un caso politico. Lei ha dimostrato di gradire e loro — il duo — hanno dato prova di saper ringraziar­e. «Non ho idea — risponde Gabbana —. Melania sa fare le sue scelte da sola». (Per inciso: sembra che Donald Trump alla cerimonia indosserà un completo Brioni. Nessuna crociata fashion, però, contro di lui. Il terreno sui cui si consuma la battaglia di retroguard­ia è il corpo di lei).

La risposta «Rispetto tutti», dice Stefano Gabbana. «Questo non significa avere le stesse idee»

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 ??  ?? Per il party di Capodanno di Palm Beach, Melania Trump, neo First Lady americana, ha acquistato e scelto (da sola) un tubino nero della collezione Dolce e Gabbana. Stefano Gabbana ha postato la foto su Instagram, ricevendo commenti critici, ai quali ha...
Per il party di Capodanno di Palm Beach, Melania Trump, neo First Lady americana, ha acquistato e scelto (da sola) un tubino nero della collezione Dolce e Gabbana. Stefano Gabbana ha postato la foto su Instagram, ricevendo commenti critici, ai quali ha...
 ??  ?? Jacqueline Nel 1960 Oleg Cassini divenne lo stilista ufficiale di Jacqueline Kennedy. Tra gli altri nomi della moda a cui si affidò la moglie di Jfk si ricordano Chanel, Givenchy e Dior
Jacqueline Nel 1960 Oleg Cassini divenne lo stilista ufficiale di Jacqueline Kennedy. Tra gli altri nomi della moda a cui si affidò la moglie di Jfk si ricordano Chanel, Givenchy e Dior
 ??  ?? Michelle In questi otto anni Michelle Obama si è distinta per una grande varietà di stili. Tra i suoi nomi favoriti si ricordano: Versace, Riccardo Tisci, Jason Wu, Prabal Gurung, Tanya Taylor e Thom Browne
Michelle In questi otto anni Michelle Obama si è distinta per una grande varietà di stili. Tra i suoi nomi favoriti si ricordano: Versace, Riccardo Tisci, Jason Wu, Prabal Gurung, Tanya Taylor e Thom Browne
 ??  ?? Hillary Per i principali eventi della campagna elettorale, Hillary Clinton si è affidata agli abiti di Ralph Lauren. Tanto che il New York Times aveva definito lo stilista Usa il suo «Dresser in Chief»
Hillary Per i principali eventi della campagna elettorale, Hillary Clinton si è affidata agli abiti di Ralph Lauren. Tanto che il New York Times aveva definito lo stilista Usa il suo «Dresser in Chief»
 ??  ?? Marc Jacobs Il popolare stilista non vestirà la First lady
Marc Jacobs Il popolare stilista non vestirà la First lady
 ??  ?? Tom Ford Si è rifiutato di vestire Melania Trump
Tom Ford Si è rifiutato di vestire Melania Trump

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