Berlusconi e la strategia per la riabilitazione di Dino Martirano
Il leader di Forza Italia punta su Strasburgo per potersi ricandidare
Nel sistema tripolare che ruota intorno al Partito democratico di Matteo Renzi, ai Cinque Stelle di Beppe Grillo e al centrodestra — in cui Forza Italia di Silvio Berlusconi rappresenta il polo di attrazione per i moderati — uno dei tre leader in gioco è ancora azzoppato. Il Cavaliere, in conseguenza di una condanna per frode fiscale la cui pena è stata espiata il 14 aprile 2015 anche grazie all’indulto, non è solo un ex senatore decaduto dalla carica ma, sempre in forza della legge Severino, è anche un incandidabile fino al 2019.
Questa condizione, tra le altre, rende altamente imprevedibile l’esito della partita a tre e in qualche modo frena il possibile gioco a due (Pd-FI), che punterebbe allo schema
In questo quadro, il calendario possibile in cui cadrà la data delle elezioni (imminenti, comunque anticipate o di fine legislatura?) si arricchisce di un elemento non trascurabile. Oltre al tempo necessario per varare «regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere con efficacia la loro volontà», come ha ammonito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, lo stato maggiore di Forza Italia punta a una tempistica che mira alla «piena legittimazione politica di Berlusconi». Quali equilibri politici si produrrebbero, è la tesi di FI, se si votasse in primavera e poi, magari a luglio, la Corte europea accogliesse il ricorso di Berlusconi contro l’applicazione della «Severino» a condanne relative a fatti avvenuti prima del varo della legge? Gli avvocati del Cavaliere, guidati dal senatore Niccolò Ghedini, mantengono un profilo basso perché la Corte, dopo tanta attesa, potrebbe ora scegliere la «via breve» per il fascicolo 58428/13: decisione e pubblicazione della sentenza senza