Consultellum
Così è chiamato il sistema elettorale figlio della sentenza della Consulta del gennaio 2014 che ha bocciato il Porcellum, eliminando premio di maggioranza e liste bloccate. È su base proporzionale, con preferenze e sbarramento ed è il sistema attualmente valido per il Senato. Per la Camera, invece, è in vigore l’Italicum. Anche questa legge elettorale è al vaglio della Corte costituzionale, che si riunirà il 24 gennaio: e molti guardano a questa data per capire quando, e con che legge, si andrà al voto si andrà a votare. E «quando gli italiani avranno scelto, toccherà al Parlamento trovare la coalizione più naturale». Beppe Fioroni al contrario sospetta che il Mattarellum sia già uscito dall’orizzonte del Pd: «Con chi le facciamo le alleanze, se abbiamo rotto i ponti a sinistra e lasciato che i moderati si frammentassero?».
Dentro il Pd è convinzione diffusa che Renzi stia solo aspettando la Consulta per correre al voto. Ma la gran parte dei parlamentari dem non sembra avere tutta questa fretta e molti si interrogano: davvero è così facile per Renzi chiedere a Gentiloni di dimettersi? La vasta area che si riconosce in Franceschini spera che la trattativa sulla legge elettorale parta davvero e che Berlusconi accetti di sedersi al tavolo, per cercare un punto di incontro tra Mattarellum e sistema tedesco. «Si parla di una forte correzione proporzionale, anche del 50% — racconta Piero Martino —. Ci vorrebbe un po’ di tempo per ridisegnare i collegi, ma qual è l’alternativa? Con l’elettorato diviso in tre blocchi, un’altra strada non c’è». Mattarellum, addio.