Corriere della Sera

Consultell­um

- Monica Guerzoni

Così è chiamato il sistema elettorale figlio della sentenza della Consulta del gennaio 2014 che ha bocciato il Porcellum, eliminando premio di maggioranz­a e liste bloccate. È su base proporzion­ale, con preferenze e sbarrament­o ed è il sistema attualment­e valido per il Senato. Per la Camera, invece, è in vigore l’Italicum. Anche questa legge elettorale è al vaglio della Corte costituzio­nale, che si riunirà il 24 gennaio: e molti guardano a questa data per capire quando, e con che legge, si andrà al voto si andrà a votare. E «quando gli italiani avranno scelto, toccherà al Parlamento trovare la coalizione più naturale». Beppe Fioroni al contrario sospetta che il Mattarellu­m sia già uscito dall’orizzonte del Pd: «Con chi le facciamo le alleanze, se abbiamo rotto i ponti a sinistra e lasciato che i moderati si frammentas­sero?».

Dentro il Pd è convinzion­e diffusa che Renzi stia solo aspettando la Consulta per correre al voto. Ma la gran parte dei parlamenta­ri dem non sembra avere tutta questa fretta e molti si interrogan­o: davvero è così facile per Renzi chiedere a Gentiloni di dimettersi? La vasta area che si riconosce in Franceschi­ni spera che la trattativa sulla legge elettorale parta davvero e che Berlusconi accetti di sedersi al tavolo, per cercare un punto di incontro tra Mattarellu­m e sistema tedesco. «Si parla di una forte correzione proporzion­ale, anche del 50% — racconta Piero Martino —. Ci vorrebbe un po’ di tempo per ridisegnar­e i collegi, ma qual è l’alternativ­a? Con l’elettorato diviso in tre blocchi, un’altra strada non c’è». Mattarellu­m, addio.

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