Corriere della Sera

Le divisioni di Israele sul soldato che uccise un palestines­e a freddo

Il tribunale lo condanna, Netanyahu chiede la grazia

- @dafrattini Davide Frattini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per sei mesi Nadav Weissman ha lasciato il completo due pezzi grigio e la cravatta nell’armadio. Ha indossato la divisa con le mostrine da tenente colonnello, richiamato in servizio come ufficiale riservista dallo Stato Maggiore che non voleva e non poteva perdere questa battaglia. Weissman, uno degli avvocati più temuti e pagati d’Israele, ha costruito testimonia­nza dopo testimonia­nza l’accusa contro il sergente Elor Azaria e i tre giudici della corte militare ieri gli hanno dato ragione su tutti i punti.

Maya Heller ha letto per tre ore il verdetto che ha smontato i tentativi della difesa, mentre fuori dal tribunale a Tel Aviv i manifestan­ti di estrema destra si scontravan­o con la polizia: il processo ha diviso la società israeliana, ha creato una spaccatura anche tra il governo e l’esercito. Gli oltranzist­i e gli ideologi delle colonie hanno sventolato come un simbolo quegli undici minuti di una mattina di fine marzo a Hebron, quando il palestines­e Adb Fatah-Al Sharif è stato freddato da Azaria mentre giaceva ferito a terra dopo aver tentato di accoltella­re un soldato di guardia a un posto di blocco.

Autodifesa e giusta rappresagl­ia — «i terroristi vanno eliminati» — hanno gridato gli ultrà della politica. Omicidio colposo hanno decretato i giudici che non hanno accettato il racconto di Azaria e gli hanno addebitato la volontarie­tà: il soldato ha sostenuto di sentirsi minacciato dall’assalitore arabo, ancora si muoveva, la fucilata — ha ripetuto la difesa — avrebbe salvato il sergente e i commiliton­i. Una versione smentita dal suo comandante e da un video girato da un’attivista di B’Tselem, l’organizzaz­ione pacifista che denuncia gli abusi contro i palestines­i commessi dai soldati israeliani in Cisgiordan­ia. La procura militare aveva incriminat­o il soldato, oggi ventenne, perché il 24 marzo del 2016 «aveva violato le regole d’ingaggio senza giustifica­zione operativa, il terrorista non rappresent­ava una minaccia immediata per l’accusato o le altre persone presenti».

Il premier Benjamin Netanyahu invoca il perdono immediato. Naftali Bennett, ministro dell’Educazione e capo del partito dei coloni, esalta l’atto di Azaria: «Ha ucciso un terrorista che meritava di morire, che stava cercando di colpire un altro militare. Non può essere ammanettat­o e condannato come un criminale». Avigdor Liberman, il ministro della Difesa, invita il «popolo israeliano a essere vicino alla famiglia» ma chiede di non criticare l’esercito e lo Stato Maggiore. Perfino Shelly Yacimovich, tra i leader laburisti all’opposizion­e, propone di valutare la possibilit­à della clemenza per evitare le fratture nel Paese «sull’orlo di esplodere». La grazia dovrebbe essere concessa dal presidente Reuven Rivlin, che per ora risponde: «È troppo presto». La sentenza con gli anni di condanna è attesa per il 15 gennaio.

Netanyahu aveva chiamato il padre di Azaria prima dell’inizio del processo e aveva

espresso il suo sostegno. Gli attacchi durissimi di altri ministri contro i comandanti avevano spinto Moshe Yaalon a lasciare il posto di ministro della Difesa. Da capo di Stato Maggiore, ha guidato le truppe negli anni della Seconda Intifada, delle operazioni in Cisgiordan­ia e dei kamikaze palestines­i che si facevano saltare nelle città israeliane. Ha ritenuto inaccettab­ile che i politici accusasser­o i generali di vigliacche­ria.

Come ieri ha continuato a fare Miri Regev, la ministra della Cultura molto vicina a Netanyahu: «Questo processo non avrebbe mai dovuto cominciare, se Azaria ha violato le procedure, era necessaria solo una punizione disciplina­re decisa dai comandanti. Il messaggio che mandiamo ai nostri soldati è: siete soli sul campo di battaglia, combattete per noi ma noi non vi proteggiam­o».

Le proteste Fuori dal tribunale a Tel Aviv i manifestan­ti di estrema destra si sono scontrati con la polizia

Cautela Sul perdono, il presidente Reuven Rivlin per ora risponde: «È troppo presto»

 ??  ?? L’abbraccio Il soldato Elor Azaria, 20 anni, con i familiari nel tribunale di Tel Aviv prima della sentenza
L’abbraccio Il soldato Elor Azaria, 20 anni, con i familiari nel tribunale di Tel Aviv prima della sentenza
 ??  ?? Lo sparo Più a lato, l’immagine dal video che ha incriminat­o Elor Azaria, indicato dal cerchio rosso (a destra), mentre spara sul palestines­e (a sinistra). Qui a fianco, proteste per la condanna
Lo sparo Più a lato, l’immagine dal video che ha incriminat­o Elor Azaria, indicato dal cerchio rosso (a destra), mentre spara sul palestines­e (a sinistra). Qui a fianco, proteste per la condanna
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