Corriere della Sera

Intercetta­ti e pedinati i genitori e il fratello che sono andati a trovarlo nelle vacanze di Natale

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Era latitante dal settembre 2010 quando fuggì dalla sua casa di via Satta, a Quarto Oggiaro. Era il giorno prima che una condanna a undici anni di carcere diventasse definitiva in Cassazione

Castriotta si trovava ai domiciliar­i perché il giudice del Tribunale di sorveglian­za lo aveva scarcerato per motivi di salute: era stato riconosciu­to come affetto da priapismo, malattia rara che provoca erezioni dolorose e prolungate

La fuga di Gianco, il bandito con la sindrome di Priapo, è finita in una villa a El Vendrell, vicino a Tarragona, con il clima mite della costa spagnola. Era solo in casa, s’è arreso senza cercare di scappare.

Francesco Castriotta, 43 anni, dalla Spagna aveva continuato a fare quello che gli riusciva meglio: trafficare chili di cocaina dal Sudamerica verso i mercati di spaccio di Milano. Quelli di Quarto Oggiaro e di piazza Prealpi, gli stessi luoghi dove già negli anni Novanta, ai tempi dell’operazione Terra Bruciata, Gianco e i suoi uomini vendevano quintali di eroina e coca. Era latitante dal settembre 2010, scomparso mentre era ai domiciliar­i nella sua

La cattura

casa di via Laveno a Ospiate di Bollate, a Nord di Milano. Deve scontare una condanna a 21 anni e due mesi per narcotraff­ico. Castriotta era ai domiciliar­i dopo essere stato arrestato nel maggio del 2008 dal pm Marcello Musso. Il giudice del Tribunale di sorveglian­za lo aveva scarcerato qualche tempo dopo per motivi di salute. E le ragioni di quel provvedime­nto avevano scatenato molte polemiche, anche se la decisione era stata motivata con tanto di pareri medici. Castriotta è infatti stato riconosciu­to come affetto da priapismo, malattia (alquanto rara) che provoca erezioni dolorose e prolungate anche per quattro o cinque ore.

All’udienza davanti al giudice, una donna, s’era presentato insieme al suo legale con un contenitor­e di ghiaccio sul basso ventre. Una scena che i presenti ricordano ancora con grande imbarazzo. In ogni caso la patologia era stata giudicata incompatib­ile con la detenzione. A settembre 2010, il giorno dopo una condanna in primo grado a 31 anni di carcere, Castriotta era sparito. «So Al lavoro I vigili del fuoco durante la messa in sicurezza della facciata della Basilica di San Benedetto a Norcia

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