L’orchestra Rai: energia luminosa con Petrenko
Da Haitink a Blomstedt, da Jansons a von Dohnányi, da Iván Fischer a Petrenko, non sono mancati quest’anno in Italia concerti di direttori d’alto profilo la cui presenza è un fatto raro poiché lavorano stabilmente altrove.
Tra questi hanno impressionato in particolare Iván Fischer con la sua Orchestra del Festival di Budapest e Petrenko con quella del Teatro dell’Opera di Monaco: due musicisti che si distinguono per slancio, potenza e rigore, per non dire della personalità e del carisma.
Kirill Petrenko, il maestro designato alla guida dei Berliner Philharmoniker dal 2018, ha anche bissato il «regalo». In questi giorni festivi è tornato in Italia, a Torino, non con la sua orchestra ma con la Sinfonica Nazionale della Rai. Più di dieci anni fa, lui era solo 30enne, fu chiamato all’ultimo a sostituire Elihau Inbal in un programma wagneriano. Impressionò e iniziò la maiuscola carriera. Ora, di sua iniziativa, ha restituito il dono tornando a Torino per eseguire la Haffner di Mozart e la Patetica di Ciaikovskij.
Quella della Rai è una buona orchestra, sia beninteso. Ma è difficile dire se ha mai suonato così bene. Nella Sinfonia di Mozart hanno impressionato l’energia luminosa e la cura dei fraseggi. In quella del congedo di Ciaikovskij la densità, la potenza e la profondità del suono unite alla trasparenza delle linee: un suono che corre diritto alla pancia ma senza annebbiare, in tale sconquasso, il cervello. Tutto esaurito per due sere all’Auditorium Rai e ovazioni a non finire. Concerto Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Sul podio: Kirill Petrenko 8,5