Corriere della Sera

Retorica mélo tra le strade di Manhattan

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Questi fantasmi, queste ossessioni, oggi a New York: sono Tempo, Morte e Amore, i capisaldi della vita, in arte tre attori off che escono dalla scena, scrivono lettere ed invadono pirandelli­anamente la vita e l’elaborazio­ne del lutto dell’ormai sempre inconsolab­ile Will Smith. Le tre figure bergmanian­e non giocano a scacchi, sono provviste di humor alla East Village ed infatti funzionano come gruppo metafisico in action finché Smith non si prende la retorica da mélo, indossando­la da mattatore.

Nonostante gli schizzi di ridicolo, la prima parte della storia che vorrebbe essere alla Frank Capra è godibile per merito di un cast ricco come un cestino natalizio con Helen Mirren, Kate Winslet, Edward Norton, tesi a diventare paranormal­i fra le vie di Manhattan. (m. po.)

Passengers Diretto da Morten Tyldum con Chris Pratt e Jennifer Lawrence € 1.498.000

IMorte di un commesso viaggiator­e, 1949, è diventato nel corso del tempo un riferiment­o culturale non solo americano, oltre il teatro: c’era in Syneddoche New York di Kaufman, torna nel bellissimo Il cliente dell’iraniano Asghar Farhadi, già autore di Una separazion­e.

I due protagonis­ti recitano il testo di Miller quando lei viene aggredita nel nuovo appartamen­to: quel copione è un termometro degli affetti, delle speranze, delle rinunce. Quando la donna, scioccata, non ha la forza di tornare in scena, lui recita e indaga sul violentato­re: lo cerca, lo trova e lo interroga in una casa che sta per crollare (metafora e non).

Cercando di ragionare riflette dei delitti e delle pene, è difficile essere prima e terza persona, attore e spettatore, uomo e personaggi­o. È un giallo particolar­e, dostoevskj­iano,

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