Corriere della Sera

Un’avventura per sperare Ma ce la fa uno su mille

- Di Mario Sconcerti

Il vero problema è la semplicità del calcio, la sua naturalezz­a. È come camminare, non serve niente. Poi c’è chi lo fa meglio, ma la base è niente. Questo dà una chance a tutti. È l’ultima lotteria universale dei poveri. Ti capita un figlio bravo e può cambiarti la vita, la tua prima che la sua. Quasi sempre non la cambia, ma è tuo figlio, ha la tua diversità scritta sulla faccia, se c’è qualcuno che può riuscire è sempre lui. Così si muove l’onda, sulla speranza e sull’egoismo. E su quei soldi che dentro una borsa ti vengono portati fin sull’uscio di casa. Sono già un miracolo del piccolo uomo. Cento anni fa alle stesse età si partiva per l’America nella stiva di una nave, oggi si va in Inghilterr­a a giocare a calcio. È un’avventura, non so dare giudizi. A vent’anni sono partito per Milano che a quei tempi era l’altra America. Alle sei di mattina mia madre mi salutò sul portone di casa come se andassi in guerra. Invece cominciavo un mestiere. Tra un’avventura e un’opportunit­à la differenza è sottile. Uno su mille ce la fa, la media non è molto più alta di questa. Il calcio è materia leggera ma i ragazzi sono complessi. Si perdono, s’innamorano, soffrono, si camuffano, non hanno un concetto forte di mestiere. Quello che posso dirvi è che a 14 anni un giocatore diverso si vede già in modo evidente. Dal punto di vista tecnico non si può sbagliare molto. Ma essere da serie C vuol dire già saper giocare benissimo, senza però diventare ricchi. La C è piena di ragazzi molto bravi, potenzialm­ente da serie A, che si sono appena un po’ persi per strada. E spesso, nei loro giri di migranti, non potevano che perdersi. Non pensate però a una nuova tratta degli schiavi. Quasi sempre i ragazzi che partono vanno a stare bene in Paesi ricchi. Sono spesso seguiti seriamente. È perché tutto questo cominci sempre prima che rende inquieti. I mercati precoci ci sono sempre stati, ma erano da una parrocchia all’altra. Oggi si cambia continente, c’è meno coscienza del mondo. Sarebbe interessan­te capire perché sia soprattutt­o l’Inghilterr­a a cercare nella sotto età. Poi si scopre che ha avuto un impero, è stata sempre dovunque. Forse è solo quella che si scandalizz­a meno.

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