Corriere della Sera

Italia al gelo, blocchi e vittime

Sette morti in 48 ore, Gentiloni alla Protezione civile. L’Anas: non andate al Sud

- Di Andrea Galli Manzini, Ribaudo

L’Italia sotto zero. Sette morti in due giorni. Vertice alla Protezione civile con il presidente del Consiglio Gentiloni. Papa Francesco mette a disposizio­ne dei senzatetto le auto dell’Elemosinie­re. L’Anas invita a non recarsi in Puglia, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e nel Nord-Est Sicilia. La coda davanti alla mensa dei francescan­i a Milano.

Per quest’uomo di strada, il romeno Pietro Mitrica appassiona­to di scrittori (Tolstoj e Hugo) e cantanti (Adele), la differenza la fanno le scarpe. Non la tipologia e non la misura, ma la gestione delle calzature. «Quando dormi all’aperto come capita a me, scegli intanto per bene il quartiere, e deve essere un quartiere di ricchi: c’è più polizia e stai al sicuro. Se non trovi un portico libero, cerchi le grate del metrò: qualche spiffero d’aria calda sale anche a tarda notte. Niente coperte, o meglio fondamenta­le è avere un bel sacco a pelo. Metti tre, quattro, insomma tutte le calze che puoi, e togli le scarpe che comunque con i piedi fasciati non riesci a indossare, stando attento a tirartele dentro e sistemarle in fondo. Mai lasciarle fuori, altrimenti le fregano: è la regola. Mai dimenticar­si di nascondere le scarpe, neanche se sei completame­nte ubriaco».

In coda per un piatto

Arrivano prima e si mettono in coda con largo anticipo. Come quelli che si piantano lì al

gate in assenza dell’aereo, pur sapendo che il sedile a bordo ci sarà. Anche alla mensa dei poveri dei cappuccini, in corso Concordia, un pasto c’è, ce n’è in abbondanza insieme alla profession­alità dei frati che gestiscono la struttura, alla generosità dei volontari milanesi e alla necessità d’avere i documenti in regola, registrars­i e ritirare la tessera identifica­tiva. Eppure alle cinque, dodici minuti e due gradi son già incolonnat­i in ventidue: l’anticipo d’un attimo all’interno può evitare congelamen­ti. Il 55enne Mitrica e gli amici romeni, esaurite le bottiglie di birra Moretti, le sigarette condivise e le sfide a dama con la scacchiera in bilico su un cestino dell’immondizia, prendono posto soffiando sulle mani nonostante siano sotto i guanti. La resistenza dei barboni. Si resiste al gelo e all’opportunit­à d’un posto letto nei dormitori, e uno dei motivi ce lo spiegherà Pietro, ex autista e separato. Quanto a barboni, è convinzion­e dei più esperti fra loro che girarci intorno è perfino offensivo; non bisogna ricorrere al francese (clochard) oppure al politicame­nte corretto (senzatetto), tanto il finale uno rimane: a terra e per terra.

Senza lavoro e famiglia

Mitrica ha grandi occhi azzurri umidi per l’alcol, il gelo oppure la tristezza non celata dai continui sorrisi; porta due canottiere, una camicia, un maglione, una giacca di pelle e pantaloni grigi che sembrano di un’altra epoca. «Vengo da Iasi, nell’alto della Romania, al confine con la Moldavia, e proprio per questo motivo mi considero fortunato. Nel senso che d’inverno da quelle parti ci sono anche meno trenta gradi. Sono in Italia da sedici anni. Avevo un lavoro e una moglie, stavamo insieme pagando l’affitto in un monolocale. Guidavo i camion. Poi l’azienda ha chiuso, mi hanno licenziato, l’affitto non riuscivamo a pagarlo, lei se n’è andata e io ho iniziato con i problemi. Con l’età che ho, chi mi assume? Recupero lavoretti a settimane alterne, una volta muratore, una volta imbianchin­o, ma mai niente di serio e duraturo, mai». Non c’è per forza un’origine da una storia misteriosa o di avventure, per un barbone, non c’è la coda di una parabola di ricchezze e di sperperi d’improvviso esauritasi. Si cade, sempliceme­nte.

Nei dormitori

Alle cinque, cinquantun­o minuti e un grado, in attesa ci sono quarantase­i poveri. Altri europei e tanti, tantissimi nordafrica­ni e africani, con un ragazzo senegalese avvolto in una giacca da sci che saluta Mitrica col pollice alzato. «Ogni tanto mi fermo in un dormitorio e sono l’unico bianco. È questo il problema: coi neri non ci vogliamo stare. Sputano, non rispettano le regole... Allora li mandi a quel paese e scappi! Di palazzi abbandonat­i ce ne sono. E di marciapied­i ne abbiamo a volontà, anche se la polizia e i carabinier­i ti svegliano e insistono per riportarti al dormitorio. Oh, hanno ragione: si rischia di morire, e vedrai quanti ne moriranno con questo tempo. Preparati». Intorno agli uomini di strada, ci sono un hotel illuminato dalle decorazion­i di Natale, un ristorante asiatico (camerieri con cuffiette alle orecchie per coordinars­i con lo staff), il cantiere degli scavi per il nuovo metrò e un ampio cielo dai colori contrastan­ti. Ti piace questa città? «No. Sono stato a Cremona un anno. Intorno c’erano i canali e il Po per pescare le carpe, mangiare e non chiedere la carità alle mense dei poveri... E poi c’erano le donne nere. Una colonna di donne nere, nelle strade... Se insistevi, con appena cinque euro avevi l’amore».

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 ??  ?? Sui cartoni Senzatetto trovano riparo sotto i portici di via Vittor Pisani vicino alla Stazione a Milano (fotogramma)
Sui cartoni Senzatetto trovano riparo sotto i portici di via Vittor Pisani vicino alla Stazione a Milano (fotogramma)

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