Corriere della Sera

Commission­e d’inchiesta su Mps, il fronte del sì

Martedì il voto in Senato sulla richiesta di M5S. D’accordo anche FI, Lega, Ncd e Ala. E il Pd prova a rilanciare

- Dino Martirano

Martedì, all’ordine del giorno dell’aula del Senato, c’è il voto (per alzata di mano) sulla richiesta di dichiarazi­one d’urgenza relativa al disegno di legge del M5S che propone l’«istituzion­e di una commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul dissesto finanziari­o dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena». Così, in caso di voto favorevole, si dimezzereb­be da 60 a 30 giorni il periodo di istruttori­a ancora concesso alla commission­e Finanze al termine del quale, però, sarebbe sempre la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama a stabilire il «vero calendario» per l’approvazio­ne del provvedime­nto. Servirebbe­ro poi un paio di mesi per il via libera della Camera.

La commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul dissesto del Monte dei Paschi, dunque, nascerebbe già azzoppata a causa del fattore tempo: bene che vada, infatti, il nuovo organismo bicamerale (che avrebbe gli stessi poteri della magistratu­ra) potrebbe avere pochi mesi di vita perché è destinato estinguers­i con la fine della legislatur­a.

Eppure, il voto di martedì non va sottovalut­ato se messo in relazione con l’iter al Senato del ddl di conversion­e del decreto legge che prima di Natale ha stanziato 20 miliardi per tappare il buco della banca di Siena. La proposta grillina di accelerare sulla commission­e Mps è infatti condivisa da un ampio schieramen­to: Forza Italia, Lega, Ala, Ncd e anche il Pd non farà le barricate: seppure, fanno sapere dal gruppo Dem, «sarebbe opportuno varare un commission­e d’inchiesta sull’intero sistema bancario».

In realtà, ribatte l’ex viceminist­ro dell’Economia Enrico Zanetti (Scelta civica-Ala) «si è perso molto tempo in commission­e Finanze per l’avvio dell’inchiesta: ora noi abbiamo dimostrato grande senso di responsabi­lità sul decreto Mps ma non vogliamo fornire coperture al governo. Il nostro voto sul decreto sarà condiziona­to dall’esito dell’iter sulla commission­e di inchiesta che, comunque, dovrebbe riguardare l’intero settore bancario».

Anche Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia, conferma la disponibil­ità del partito di Berlusconi a votare il decreto Mps ma chiede che «sia fatta chiarezza sui molti aspetti opachi della vicenda a partire dall’entità degli interessi passivi che peseranno sui contribuen­ti nel 2017, nel 2018 e nel 2019». Circa il fatto che la commission­e sul Monte dei Paschi arriverebb­e fuori tempo massimo, Romani non si perde d’animo: «Se danno la presidenza alla minoranza magari facciamo in tempo a farci consegnare la lista delle sofferenze che hanno causato il dissesto della banca...». Per questo, il Pd, forse con l’appoggio di Ala e di Ncd, tenterà di «pilotare» l’ambito della commission­e d’inchiesta estendendo­lo all’intero settore bancario.

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