Ecco i due tutor inviati per Raggi Ora faranno con lei le nomine
Le scelte di Fraccaro e Bonafede avvicinano sempre più Roma a Genova
L’appartenenza europea non è in contrasto con l’amor di patria. Anzi, l’unità nazionale, valore da proiettare nel futuro, si esprime anche nell’appartenenza convinta all’Europa. È uno dei passaggi del discorso con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato ieri i 220 anni della bandiera tricolore a Reggio Emilia, dove il verde, il bianco e il rosso furono scelti nel 1797 dai rappresentanti della repubblica Cisalpina. Il presidente — che con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha anche consegnato una copia della Costituzione a un gruppo di studenti e inaugurato il nuovo museo del Tricolore — nel suo saluto si è rivolto soprattutto ai giovani, perché i valori di unità nazionale, rappresentanti dal tricolore, possano essere proiettati nel futuro: «Il valore dell’unità nazionale — sono state le parole di Mattarella — va considerato non con lo sguardo al passato, ma verso il futuro, Teatro Romolo Valli Sergio Mattarella, 75 anni (Ansa) il futuro concreto del nostro popolo. Il modo di intendere così il valore dell’unità nazionale lo rende coinvolgente ed espressivo del diritto di tutti a essere cittadini del nostro Paese».
E, quindi, cittadini europei: «Una società che vive il senso di comunità — ha proseguito — avverte più fortemente il valore dell’unità nazionale ed è capace di viverlo in uno stato immerso nei valori universali e, in maniera matura, nell’appartenenza convinta all’Europa, che ha saputo sottrarsi alle dittature, adottare e diffondere il metodo democratico». Non a caso Mattarella, ieri, ha visitato anche il museo di Casa Cervi a Gattatico, per sottolineare l’importanza della Resistenza: «Il valore dell’unità nazionale è stato indebolito nel periodo in cui la deformazione del concetto di patria e di nazione con il fascismo ha indebolito anche la condivisione popolare. Si è ripresa, l’8 settembre ‘43: da quel momento si è rilanciato il valore della patria e dell’unità nazionale». tutor entra ora nel vivo.
Negli accordi di Raggi con Grillo e Casaleggio, infatti, non c’era solo la rimozione di Daniele Frongia dal ruolo di vicesindaco, di Salvatore Romeo dalla segreteria e di Renato Marra, fratello di Raffaele promosso al Turismo e oggi ricollocato alla Polizia municipale. Ma soprattutto la ricomposizione della squadra secondo coordinate precise: uomini di fiducia del Movimento e professionisti di comprovata esperienza, meglio se pescati al di fuori del circuito romano. Per questo Bonafede e Fraccaro lavorano da settimane anche sui nomi. Sul capo di gabinetto ci sono riflessioni in corso, l’incarico è delicato e i curricula li sta vagliando direttamente la Raggi. Ma quello del 56enne Franco Giampaoletti per il posto da direttore generale è particolarmente caldo: l’idea sarebbe quella di affiancare l’ex city manager del Comune di Genova