Sereno, il cavallo che «piange» al funerale del padrone
Sarebbe piaciuta ad Alberto Sordi la storia di Wagner e Sereno. La storia di un’amicizia indissolubile, come quella del cavallo Nestore e del vetturino romano Gaetano Bernardini, che non si rassegna a lasciar partire il vecchio compagno di lavoro per «l’ultima corsa» verso il mattatoio e, invano, tenta di sventarne la fine.
In questo caso è Sereno, il cavallo, a non voler lasciar partire per l’ultimo viaggio il suo amico umano, ucciso qualche giorno prima da un incidente di moto. Per Wagner de Lima Figuereido, 34 anni, funzionario brasiliano della prefettura di Cajazeiras, nello stato di Paraiba, Sereno è stato il complice insostituibile di otto anni di sgroppate, rodei, trionfi alle fiere ippiche.
Era il suo orgoglio, la sua passione, la sua priorità: «Era pronto a privarsi di tutto, perché
La scena
L’uomo è morto in un incidente. L’animale nitriva e sfiorava la sua bara con la testa al suo cavallo non mancasse nulla» ha raccontato il fratello, che come estremo omaggio al defunto ha pensato di portare Sereno al funerale, sperando che — ovunque fosse — Wagner sapesse che il suo miglior amico lo stava scortando al cimitero.
Altri cavalli erano presenti, con i rispettivi proprietari in sella, ma nessuno di loro ha reagito come Sereno, che alla vista del carro funebre ha cominciato a scuotere la testa e ad agitarsi, interrompendo le esequie e sovrastando con i suoi nitriti l’omelia in memoria del suo padrone. Allibiti, parenti e amici di Wagner hanno visto il suo amato cavallo bianco avvicinarsi alla bara, sfiorarla ripetutamente con il capo, emettere versi che sembravano singulti.
Le persone hanno smesso di piangere per assistere al dolore, non meno umano, del quadrupede; hanno cominciato filmare la scena con i telefonini, perché anche gli assenti e gli increduli dovessero ammettere che non ci potevano essere equivoci e che anche un cavallo può comprendere e patire l’addio definitivo da chi gli ha voluto bene, ed è stato ricambiato fino alla fine. Oltre la fine.