Corriere della Sera

Arriva anche in Europa l’icona che permette i bonifici sulle chat Così il social fa concorrenz­a alle banche, ma il nuovo sistema cambierà i rapporti tra gli utenti?

- Greta Sclaunich

Come il figlio di tre anni che si impossessa dello smartphone per giocarci: se anziché scattare foto al tappeto finisse per inviare soldi ad amici ignari?

E che dire delle mille volte in cui lasciamo il pc aperto, in ufficio o a casa: finora il rischio si limitava a colleghi, partner o famigliari ficcanaso, in futuro una disattenzi­one del genere potrebbe costarci ben più cara. Senza contare il «nero». Non sarà difficile fare acquisti esentasse, magari rivolgendo­si direttamen­te all’account privato del gestore di un negozio, fingendo si tratti di un banale scambio di denaro tra amici.

Gli amici, appunto. Se Facebook da social diventa sempre più simile ad una banca (pare che PayPal, circuito sul quale gira invece il bottone Compra della piattaform­a, sia preoccupat­a dalla concorrenz­a interna di Menlo Park), come cambierann­o i rapporti reciproci?

Fino ad ora, il massimo sforzo che gli amici su Facebook potevano chiederci di fare era sostenerli tramite like, commenti o condivisio­ni. Uno sforzo tutto sommato minimo: un paio di clic e via, bastavano pochi secondi per togliersi il pensiero e far contento l’amico. In futuro, anziché il like alla pagina fan della sua associazio­ne, l’amico potrebbe chiederci qualche euro per sostenerla. Mettendoci di fronte a una scelta difficile. Non quella di accontenta­rlo o scontentar­lo, ma quella di definire se è davvero un amico del quale fidarsi oppure no — in fondo, quella dell’amicizia su Facebook resta ancora oggi una delle questioni più scivolose del mondo dei social.

@gretascl

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